La burocrazia e le scelte politiche mettono a rischio il futuro dell’Anpvi di Perugia: occorre intervenire!

09.09.2025 15:00 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
La burocrazia e le scelte politiche mettono a rischio il futuro dell’Anpvi di Perugia: occorre intervenire!

Un patrimonio di solidarietà e impegno sociale in serio pericolo. Da oltre un decennio, l’Associazione Nazionale Privati di Vista e Ipovedenti (Anpvi) di Perugia rappresenta un esempio di dedizione, solidarietà e lotta per i diritti delle persone con disabilità visiva. Con sede in via Lucida 10, l’associazione ha costruito un percorso di inclusione, supporto e partecipazione attiva nel territorio, diventando un punto di riferimento per chi vive la disabilità e per le famiglie che affrontano quotidianamente sfide spesso invisibili. Un impegno costante e concreto che dal 2011, l’Anpvi si è prodigata non solo nel sostegno diretto ai propri soci, ma anche nella cura degli spazi pubblici e nella collaborazione con le istituzioni giudiziarie, realizzando lavori di pubblica utilità e migliorando gli ambienti della propria sede. Tra interventi di ristrutturazione, manutenzione e creazione di servizi, l’associazione ha dimostrato di essere un pilastro della comunità, capace di unire volontariato, professionalità e passione. Resilienza a fronte delle avversità laddove, nel luglio 2024, un incendio aveva devastato parte della sede, bruciando la sala conviviale e la cucina. Tuttavia, grazie alla solidarietà di donatori e volontari, i lavori di ricostruzione sono iniziati subito, simbolo di una comunità che non si arrende di fronte alle difficoltà. La ripresa delle attività, il sostegno alle persone in difficoltà e l’attivazione di nuovi servizi, come quello del Servizio Civile Nazionale, testimoniano la volontà di andare avanti, di non lasciare indietro nessuno. La revoca e le scelte discutibili dell’amministrazione comunale. Eppure tutto questo rischia di essere cancellato da decisioni che appaiono più dettate da logiche burocratiche e politiche che dal senso di responsabilità e di rispetto per il patrimonio sociale costruito in anni di sacrifici. Dopo aver assegnato la sede all’Anpvi con una delibera della giunta comunale (n.120 del 19/03/2025), l’amministrazione ha successivamente revocato l’assegnazione con una delibera di Giunta Comunale (n.394/2025 dell’8/8/2025), motivando la decisione con la rinuncia dell’associazione ACLI Penna Ricci APS, che aveva condiviso l’assegnazione. Se una delle parti recede, non si deve annullare la concessione assegnata all’Associazione che rappresenta un valore sociale molto forte rispetto a quella che abbandona e tutto ciò nonostante fosse già stato effettuato il pagamento dell’imposta per stipulare il contratto per il quale la stessa amministrazione comunale aveva stabilito quale termine lo scorso 17 giugno. Questa vicenda rappresenta un colpo basso che appare come un tentativo di mettere fine a un percorso di inclusione “sostanziale” e “insostituibile”  per la città, senza considerare il valore sociale e il lavoro svolto dall’Anpvi. La sede, infatti, è stata nuovamente inserita nell’elenco dei beni assegnabili ad associazioni e enti del terzo settore solo nel 2026, lasciando l’associazione in una sorta di limbo, tra promesse e rinvii. Non si deve chiudere la storia di impegno e di speranza per un cavillo burocratico o per la scarsa attenzione da parte dell’Amministrazione comunale. L’Anpvi ha già sostenuto ingenti spese per il ripristino dei locali danneggiati dall’incendio, ha rispettato tutte le scadenze burocratiche e fiscali, e ha continuato a offrire servizi fondamentali alla cittadinanza. La sua storia dimostra che, anche a fronte alle avversità più dure, si può resistere, reinventarsi e ripartire. La sua presenza rappresenta un patrimonio di solidarietà che non può essere disperso per motivi di mero interesse amministrativo o politico. Parte cosi l’appello alla responsabilità e al buon senso. È ora di smettere con le logiche di corto respiro e di pensare al “vero bene comune”. Le istituzioni devono riconoscere il valore di un’associazione, nazionale oltre che regionale, che ha dato tanto alla città e che, con fatica e passione, ha costruito un modello di partecipazione ad alti livelli. La comunità civile e le associazioni del territorio devono unirsi per difendere questa realtà, affinché il lavoro di anni non venga cancellato da decisioni affrettate o poco trasparenti. Il futuro dell’Anpvi di Perugia non può essere deciso da scelte burocratiche che ignorano il suo “sostanziale” ruolo sociale. La storia di questa associazione è un esempio di come, con impegno e unità, si possa superare ogni ostacolo come ha fatto fino ad ora l’Anpvi di Perugia che ha accolto nei suoi spazi, e intende ancora farlo, tanti giovani che utilizzano la sede come luogo di aggregazione sociale e sportiva. “Cosa diremo a questi ragazzi? Che l’Amministrazione comunale ha deciso di sbatterli sulla strada? Questo è l’impegno sociale degli amministratori della città?” Sono le domande che si pone il Presidente Giovanni Inguscio (nella foto insieme alla vice coordinatore regionale Simona Ambrosio). “È fondamentale - aggiunge - che le istituzioni ascoltino la voce di chi ha sempre operato per il bene comune e che si instradi una soluzione che permetta all’Anpvi di continuare a essere un faro di solidarietà e inclusione. Solo così, anche di fronte alle difficoltà, si potrà continuare a costruire una società più giusta, solidale, equa e umana per i cittadini”. Ora serve l’esempio di una presa di posizione giusta e corretta da parte del Comune di Perugia.