Grazie a Frontiera Lavoro e Tennis Chiugiana, per le detenute di Capanne lo sport sinonimo di rinascita

Alla fine ha vinto la squadra blu “Mani Fuori” che ha sconfitto 25 a 16 la squadra rossa “Belle dentro”. È stata più combattuta di quel che dice il punteggio la partita di una sfida particolare che si è svolta presso l’ora d’aria della sezione femminile del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia. Le blu hanno prevalso sulle rosse in una partita incerta ed entusiasmante, con tanto di tifo a bordo campo che ha esultato ed ha sostenuto le due squadre in campo. Quattro mesi di allenamenti, per due giorni alla settimana, per prepararsi a questo evento finale che ha visto protagoniste le quindici detenute partecipanti al corso di “Pallavolo” gestito da Frontiera Lavoro e Circolo Tennis Chiugiana nell’ambito del progetto “Sport Active. Allenati a stare bene” finanziato da Sport e Salute. La pallavolo come attività per impiegare il tempo altrimenti speso in un ozio spesso demotivante e come strumento di inclusione sociale. “Per una esuberante come me, dichiara Miriam, l’incontro con la pallavolo è stato un grande aiuto per mettere un po’ di ordine nell’esistenza. Ho imparato che il rispetto delle regole è fondamentale per vivere insieme, e che lo spirito di squadra, il sentirsi parte di un gruppo ti educa a capire che nello sport come nella vita non puoi fare a meno dell’altro”. Grazie a questa attività viene così riconosciuto il valore trattamentale di alcuni aspetti tipici della pallavolo, uno sport che è palestra di vita: educa al rispetto delle regole e dell’avversario, alla gestione della forza fisica e al sacrificio, crea spirito di squadra. In partita se si vuole andare avanti occorre passare la palla ad una compagna. Non si vince con i grandi solisti, si vince grazie alla compattezza della squadra. E poi ci sono risultati importanti sotto il profilo civile: la recidiva tra quelli che partecipano alle attività sportive si abbassa vertiginosamente, alla società arriva il messaggio che queste persone non sono vuoti a perdere ma ragazze che vogliono dimostrare la propria volontà di riscatto. Hanno perso per strada le regole del buon vivere e grazie al progetto di Sport e Salute vengano aiutate a ritrovarle. “Ciò che conta, dice Alessia, è la voglia di riscatto che anima tutte noi. Dare un ritmo alla giornata, partecipare agli allenamenti, sacrificarsi, sentire il rumore della palla che rimbalza a terra sono sensazioni e soddisfazioni che non puoi capire se non hai vissuto qua dentro. La vita è come una partita di pallavolo: da solo non ce la fai, hai bisogno delle compagne per arrivare a realizzare il punto”. Il progetto “Sport Active. Allenati a stare bene” ha coinvolto anche la sezione maschile dell’istituto di Perugia con la partecipazione di ventiquattro detenuti per le attività di “Pickleball” e di “Tennis”. “Lo sport, dichiara Luca Verdolini, coordinatore del progetto, non è solamente attività fisica ma è solidarietà, rispetto delle regole, perseguimento di obiettivi sani, apprendimento del lavoro di gruppo. Tutto questo è fondamentale per le persone che vivono un'esperienza di detenzione, sempre più segnate da una grande fragilità e da trascorsi tragici. Rendere disponibile un'attività sportiva strutturata significa mettere nelle mani degli straordinari operatori che lavorano nelle carceri uno strumento che sapranno capitalizzare al meglio nel percorso di recupero delle persone detenute, al fine di offrire loro una nuova opportunità di vita”.