All'Università per Stranieri di Perugia gli Stati Generali dei dottorandi italiani impegnati nei Peace Studies

10.10.2025 18:30 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
All'Università per Stranieri di Perugia gli Stati Generali dei dottorandi italiani impegnati nei Peace Studies

In un clima di grande partecipazione si sono svolti gli Stati Generali dei dottorandi italiani impegnati nei Peace Studies, promossi dai Dottorati di Interesse Nazionale, dalla Rete delle Università Italiane per la Pace (RUniPace), dall’Università per Stranieri di Perugia e dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace. Ad aprire i lavori dell’incontro è stato il rettore De Cesaris, il quale ha richiamato la lezione di due grandi costruttori di pace che hanno operato proprio all’Università per Stranieri di Perugia: Aldo Capitini e Maria Montessori. Il primo, come commissario tra il 1944 e il 1947, che da convinto antifascista trasformò un’istituzione nata come promotrice di un’idea nazionalistica dell’italianità in un ateneo che concepiva l’insegnamento della lingua italiana a stranieri come un mezzo di inclusione, di costruzione dell’accoglienza e della multiculturalità. La seconda, Maria Montessori, la quale alla Stranieri fondò il Centro di Studi Pedagogici, affermando con grandissima lungimiranza che occorreva: “organizzare la pace, prepararla per tempo spargendone i semi scientifici e morali nel percorso di studio e di educazione dei bambini e dei ragazzi”.

Flavio Lotti, organizzatore della Marcia per la Pace PerugiaAssisi, riprendendo le parole del rettore della Stranieri ha ribadito come la pace non sia un fatto spontaneo o un qualcosa creabile in serie, ma piuttosto “un prodotto artigianale, che richiede cura, dedizione, etica ed impegno civile; che deve partire dalla scuola, poiché servono sia gli artigiani della pace che gli architetti della pace, ovvero - ha sottolineato Lotti - chi lavora alle grandi infrastrutture per operare la pacificazione e chi la pratica, ed occorre ‘studiare’ la pace anche perché costruirne la cultura significa risolvere i grandi problemi del mondo in modo concreto e sostenibile”.

Lungamente applaudito è stato infine l’intervento di Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, il quale ha portato la riflessione sul ruolo che l’Università deve avere per sé stessa e per la società, se vuole contribuire alla pace: “L’Università – ha detto il rettore di Unistrasi - ha il dovere innanzitutto di essere un’istituzione credibile, che pratica la verità al suo interno e che la dice all’esterno, per quanto scomoda possa essere, poiché – ha proseguito Montanari -: in molti paesi l’Accademia è ancora oggi autoreferenziale o funzionale allo status quo, e quindi non svolge il suo ruolo di costruttrice di pensiero libero e nuovo. Oggi – ha concluso il rettore di Unistrasi – l’Università è in molti casi competizione, primato, privilegio, distanza. Lo diceva bene Concetto Marchesi, rettore dell’Università di Padova e ‘padre’ costituente, quando parlava degli atenei italiani come luoghi ‘di orgogliosa clausura per fini di utilità e di autorità, in cui ci si vuole distinguere della massa degli umili per entrare in quella dei profittatori, dove l’indifferenza sociale è di fatto il gelido manto della dottrina’”

Montanari ha quindi esortato la platea dei dottorandi di contribuire alla costruzione di un’Università che abiti il dibattito pubblico dicendo la verità sul presente, praticando non la distanza ma l’inclusione, favorendo il dialogo e non la voce del pensiero dominante.