Ancora fitto mistero sulla scomparsa dell'ex arbitro umbro in Albania

22.01.2021 15:30 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
Ancora fitto mistero sulla scomparsa dell'ex arbitro umbro in Albania

Mistero sempre più fitto. Scrive Fabrizio Paladino su La Nazione che gli ultimi spostamenti in Albania di Davide Pecorelli rivestono un’importanza non secondaria. Emergono ulteriori sviluppi sui quali la polizia sta approfondendo il proprio interesse. Pecorelli – secondo Report Tv – è arrivato in Albania per la prima volta il 24 settembre 2020. I suoi soggiorni in sono stati da 3 giorni a 2 settimane. L’imprenditore ed ex arbitro della sezione aretina – come anticipato ieri – è entrato nel Paese, dove è originaria la compagna, il 3 gennaio alle 16,50 attraverso l’aeroporto di Rinas. Lo stesso giorno ha noleggiato un veicolo del tipo «Skoda Fabia», poi ritrovato bruciato sull’asse Gjegjan-Reps a Puka. Il 4 gennaio il 45enne sangiustinese – che ha fondato centri estetici tra Corciano, Città di Castello, San Giustino e Sansepolcro – si è recato a Scutari e la sera era a Puka (quasi 60 chilometri, un’ora e mezzo di viaggio, considerato le strade), dove è stato alloggiato in un hotel che ha prenotato per 3 giorni ma che è rimasto solo per due. Sempre l’albanese Report Tv ha appreso da fonti della Procura che, dalle indagini, Davide non ha incontrato nessuna persona a Puka e l’unico contatto c’è stato con il personale dell’hotel dove era stato ospitato il 4 e 5 gennaio (ha pagato 10 euro per notte). Le stesse fonti dicono che Pecorelli ha invece avuto numerosi incontri a Scutari, dove il suo veicolo, secondo la localizzazione del satellite, è rimasto per diverse ore in un parcheggio, ma le persone che ha incontrato non sono state ancora identificate dagli inquirenti. Solo poche ossa sono state individuate (con un certo ritardo, a quanto pare), all’interno del veicolo avvolto dalle fiamme nel pomeriggio del 6 gennaio a Puka. Le stesse ossa sono state inviate per esame al laboratorio forense di Tirana e dovrebbe uscire la risposta del Dna, paragonabile a quella dei parenti dell’ex arbitro italiano. Ricordiamo che l’analisi viene effettuata in questi giorni all’Istituto di Medicina Legale in Albania: poi, la prossima settimana, la polizia italiana si recherà in trasferta per un summit coi colleghi di quel Paese. La Procura di Perugia, che nel contempo ha aperto un procedimento penale dopo la denuncia presentata dai familiari al Commissariato di Città di Castello, ha tra le mani il Dna del fratello di Pecorelli, che confronterà con l’analisi del Dna dei resti ossei analizzati in Albania. Finora le indagini hanno dimostrato che non ci sono ferite da proiettile o segni di violenza nelle ossa trovate. Secondo gli investigatori albanesi l’evento è «casuale» ma ci sono altre piste da non dimenticare. Gli investigatori hanno raccontato a Report Tv che esperti di pirotecnica, tecnici automobilistici e forensi sono attualmente impegnati per scoprire la causa dell’incendio, quella della morte e per ricostruire le dinamiche dell’evento. Ci sono ancora tanti interrogativi ai margini di questa vicenda: come mai il telefono e l’orologio di Davide Pecorelli sono stari ritrovati solo parzialmente danneggiati quando, invece, l’intera macchina è stata bruciata? Perché Davide non è sceso dall’auto quando è scoppiato l’incendio? Dopo 15 giorni forse troppe domande rimangono senza risposta. Come può essere bruciato tutto il corpo, trasformandosi in poche ossa, tanto che nel filmato fornito da Report Tv al posto di guida non si vede nulla? La polizia dice che l’incendio che ha travolto l’auto è stato accidentale, ma rimane ancora il mistero su cosa abbia causato il rogo nel veicolo.