Parla il responsabile del settore giovanile dell'Orvietana, Massimo Porcari

Ad Orvieto il Torneo intitolato a Mario Frustalupi è andato in archivio e si pensa già all’edizione prossima, quella del trentennale per la quale si annunciano già grosse sorprese. Il “pensatore” risponde al nome di Massimo Porcari, dirigente, fra gli attuali, con il più lungo stato di servizio e ragionevolmente il più indicato per una disamina a tutto campo sullo stato del settore giovanile biancorosso: “ Partiamo dal successo arriso all’ultima edizione, anche questa con il pieno gradimento delle Società partecipanti e dei tanti spettatori che lo hanno seguito. Siamo a un passo dai trenta, tanti da quando insieme al Presidente di allora Alessandro Paci (Ciccio) decidemmo di dar corso al torneo e tutt’ora felicissimi di rinnovare, ogni anno, il tributo ad un campione qual è stato Mario. Nel corso degli anni ho potuto notare una crescita delle attenzioni e dell’interesse generale. Non altrettanto del livello tecnico, che vedo in lento ma progressivo ribasso a conferma di come la nostra nuova politica cui abbiamo dato corso da circa un lustro sia quella giusta per provare a risolvere quello che ritengo sia un grosso problema. Approfitto dell’occasione per anticipare l’idea con la quale abbiamo intenzione di festeggiare il compleanno dei trenta che prevede l’invito a partecipare di tutte le Società che hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro nelle singole categorie”. Hai parlato di calo generale del livello tecnico. Notizia che non fa piacere: “Ho inteso soltanto confermare quello che sta accadendo nel calcio a tutti i livelli. Sull’innalzamento del livello tecnico oggi non si lavora a sufficienza. Predominano la strutturazione fisica del giovane, sulla corsa e sulla fretta di raggiungere a ogni costo il risultato. E questo, a mio giudizio, come a quello di tanti addetti ai lavori, non va bene. Insegnare e imparare la tecnica è faticoso, anche perché quanto fatto di buono emerge a lungo termine”.
Come Orvietana state facendo, non da oggi, un lavoro in controtendenza, o almeno così sembra: “Siamo partiti esattamente da sei anni. Quale primo punto abbiamo dato la priorità alla scelta di tecnici capaci e desiderosi di insegnare calcio. Abbiamo, inoltre, modificato il modo di selezione dalla categoria giovanissimi in su, stabilendo come fossero necessarie le qualità individuali per proseguire il cammino vestendo la nostra maglia. Naturalmente, dando una qualità dell’insegnamento superiore, a come eravamo abituati. Chiediamo ai tecnici il meglio che possano dare e di mettere nel lavoro pazienza e passione, elementi senza dei quali non si arriva da nessuna parte. Nessun giovane, per quanto dotato, nasce come si dice “imparato” e soltanto dando l’anima anche un tecnico potrà riuscire a cogliere i frutti del suo lavoro. Fornendo un servizio, da noi ritenuto migliore, le famiglie dei ragazzi, dagli Under 14 in su, pagano una retta a differenza di prima quando tutto era gratuito per tutti. Ti posso confermare che il sistema funziona. I genitori hanno accettato, i ragazzi prendono coscienza dei loro progressi. Oggi registriamo frequenti richieste da parte di mamme e di papà che chiedono il tesseramento dei figli con la nostra Società. Ultimi due punti, altrettanto importanti, il riscontro del campo, giudice insindacabile, con i diversi successi che abbiamo conseguito a livello di prima fascia nei campionati regionali e la garanzia che viene data ai ragazzi, per decisione del Presidente Biagioli, di un accesso garantito nella rosa della prima squadra a tutti quelli giudicati idonei. E questo serve a far capire l’importanza, per l’Orvietana, di conservare la serie D, campionato che piace e resta ambito. A tale proposito ringrazio l’attuale direttore sportivo della prima squadra, Severino Capretti, con il quale abbiamo idee e vedute coincidenti che servono a rendere meno complicato il lavoro”.
Chiedo se, la retta basti da sola a compensare il complessivo delle spese che, per quanto dici, credo sia cresciuta: “Sicuramente no, pur costituendo ossigeno importante come lo è, da sempre, il Torneo Frustalupi. Presidente e Società hanno, comunque, compreso e approvato questo percorso “qualità” e i benefici in esso contenuti, peraltro, sempre con occhio attento al bilancio. Nonostante l’alto numero di praticanti a Orvieto e dintorni, contestualmente a quanto già detto, l’Orvietana dispone di ben sei pullmini con altrettanti autisti e relativi consumi, in giro per un bacino d’utenza il cui raggio si è prolungato, che soddisfano alle esigenze dei ragazzi altrimenti costretti a rinunciare o chiedere sacrifici, spesso, improponibili per le loro famiglie”.
Proprio in virtù dell’esperienza, c’è qualcuno che vedi per il tuo dopo?