Il ricordo: venti anni fa il memorabile Mondiale di motocross a Gioiella di Castiglione del Lago!

A venti anni esatti da quel “fatidico” gran premio mondiale di motocross, il Moto Club Trasimeno di Castiglione del Lago ha riunito un gruppo di persone che, il 12 giugno 2005, sulla pista di Gioiella, furono protagoniste dell’organizzazione di una manifestazione rimasta memorabile. L’evento mobilitò infatti l’intero ambiente fuoristradistico nazionale, ebbe riflessi su tutto lo sport umbro e richiamò oltre 15.000 spettatori paganti, numeri ai quali ora i gran premi di motocross non riescono neanche ad aspirare. La proposta della “reunion” è partita da Giandomenico Baldi, attuale Presidente del Gruppo direttori di gara della Federazione Motociclistica Italiana, ma già Presidente del “Trasimeno” e general manager di quel GP d’Italia, e ha trovato immediato consenso nell’attuale vertice dell’associazione di Castiglione del Lago, nello specifico nel Presidente Paolo Burini, nel vice-Presidente Mauro Petrucci e nella Segretaria, Mara Colligiani. All’invito hanno risposto Alfredo Mastropasqua e Dario D’Agostino, allora, rispettivamente, responsabile e addetto marketing di Federmoto, Diego Mancuso e Celso Pallassini, che di quella manifestazione curarono l’ufficio stampa, e Alvaro Brugi, responsabile della pubblicità e promozione. Agli ospiti il “Trasimeno” ha fatto trovare una mattonella celebrativa, con la riproduzione del manifesto di quella gara; a sua volta, ognuno ha istintivamente portato un documento, una foto, un’emozione, a conferma di quanto quel GP incise anche nelle singole storie professionali. Ma soprattutto ha dato la stura a ricordi ancora nitidissimi che si sono intrecciati e sovrapposti, dando vita ad un bellissimo “affresco”. Quella manifestazione, quella gara, furono importantissime almeno per tre motivi. Il primo lo spiega Giandomenico Baldi: “Perché l’evento fu organizzato, partendo da zero, in meno di tre mesi, dopo che la Federmoto decise di spostare il GP da un’altra pista a Gioiella, vedendo in Castiglione del Lago la struttura adatta ad accoglierlo in termini di impianto e capacità organizzativa. Fu uno sforzo enorme, che richieste ritmi di lavoro pazzeschi, ma che fu coronato dal successo”. Il secondo motivo è illustrato da Alfredo Mastropasqua, specialista di marketing sportivo: “Per la prima volta sperimentammo forme nuove di comunicazione e promozione, facendo apparire la nostra immagine, per esempio, sui treni, negli autogrill o ai caselli autostradali, o anche all’autodromo del Mugello, tra i velocisti. Inoltre, ‘scalammo’ la grande stampa, grazie ad un’inedita partnership con La Gazzetta dello Sport, che ci diede grandi soddisfazioni. Ci rivolgemmo anche al pubblico - prosegue Mastropasqua -, inaugurando le prevendite online attraverso ticket one e creando pacchetti per le famiglie e facilitazioni per i ragazzi”.
Il terzo motivo di importanza è illustrato da Paolo Burini, che di quella manifestazione curò gli aspetti tecnici, in particolare l’allestimento della pista: “Il 2005 fu l’anno del primo titolo mondiale di Antonio Cairoli, con la Yamaha del Team De Carli, nella MX2. Tony, allora ventenne, arrivò a Gioiella, 8.a delle 17 prove in calendario, in seconda posizione, alle spalle dell’australiano Andrew Mc Farlane: sulla nostra pista, benché fortemente dolorante a un polso ma spinto da un tifo incessante e dall’entusiasmo del pubblico, riuscì a sopravanzare l’avversario e dare il via al suo volo verso il titolo. Da ricordare anche la presenza di due giovani piloti perugini, Luca Andreani, nella MX1, e Manuel Monni, nella MX2, che conquistarono entrambi l’accesso alle manche decisive”.
Per la cronaca, a vincere la gara della MX1 fu il neozelandese Ben Townley ma il titolo andò comunque ad un altro dei fuoriclasse del motocross, il belga Stefan Everts.
Tra i ricordi di personalità decisive per quell’evento, poi venute a mancare, spiccano quelle del Presidente federale Paolo Sesti, del suo fido vice, Alberto Morresi, umbro, di Terni, e di Vinicio Rosadi, “presidentissimo” del Trasimeno, poi purtroppo scomparso nel 2006. Di lui, dice – commossa – Mara Colligiani: “Vinicio era per me come un fratello maggiore, abbiamo trascorso tanti anni insieme al moto club, ero poi la sua autista personale, dovunque andava, lo accompagnavo. Ed era molto protettivo nei miei riguardi. Aveva una visione moderna del motocross, quando diventò Presidente, nel ’73, impresse una svolta eccezionale alla nostra attività, facendoci diventare, dalla piccola associazione che eravamo, uno dei più importanti moto club d’Italia, e ci portò poi ad avere una pista, a Gioiella”.