Incredibile a Magione! Ecco ciò che rimane del monumento dell'Avis! Completamente bruciato!

01.01.2024 13:48 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
Incredibile a Magione! Ecco ciò che rimane del monumento dell'Avis! Completamente bruciato!

Davvero incredibile quanto accaduto a Magione. Il nuovo anno è iniziato con un episodio increscioso ed orribile, ovvero con l'opera Avis Teardrop del maestro Giorgio Lupattelli che è stata completamente divelta e bruciata attraverso un atto vandalico senza pietà e senza ragione. A manifestare la grande rabbia è stato il presidente dell'Avis Magione, Roberto Taborchi. "Non sottovalutiamo l'accaduto ed indigniamoci urlando ad alta voce tutti noi magionesi perbene - denuncia una cittadina - e chi ha visto non stia zitto e rompa il muro omertoso perché ieri sera non era una sera qualunque. E comunque complimenti a chi non ha voluto installare un impianto di videosorveglianza. Meritata gogna come chi ha distrutto il monumento ed una volta saputo i nomi, nessun rispetto della privacy e nessun politicamente corretto. Chi sbaglia è ora che vada messo davanti al fatto compiuto e si prenda le proprie responsabilità. A prescindere dall'età anagrafica". L'opera era stata collocata il 28 ottobre del 2022, installata dopo quattro anni di lavoro presso i giardini pubblici e dedicata ai 50 anni di Avis Magione. Pensata per la prima volta nel 2019, era stata progettata dal Maestro Giorgio Lupattelli, scegliendo tra numerose idee che avevano tutte lo stesso scopo di esortare alla rinascita dopo la pandemia. E sia il nome “Teardrop”, che la forma (a richiamare sia una goccia di sangue che una lacrima) erano stati pensati proprio in questo senso. Il tono simil-acciaio del rivestimento a rendere omaggio a capolavori contemporanei come il Cloud Gate di Kapoor e le opere di Koons; i colori della spaccatura del cono (giallo, rosso e blu) oltre che essere i colori primari, ma anche rimandando rispettivamente a quelli di plasma, sangue e al logo Avis. A livello geometrico, la scultura rappresentava la scomposizione tra una mezza sfera ed un cono, il tutto aperto per evidenziare che a sua volta la sfera era originata dalla rotazione di un cerchio e il cono da quella di un triangolo rettangolo.