L'artista Fabrizio Borelli lancia il primo video della collezione “Contagion Nft"

04.07.2025 09:46 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
L'artista Fabrizio Borelli lancia il primo video della collezione “Contagion Nft"

Accanto alla carriera cinematografica e televisiva, apparso in cast importanti, Fabrizio Borelli, che oggi vive a Terni, propone al pubblico una nuova tappa della sua ricerca in fotografia, in questo caso con una forte propensione alla contaminazione. Da qualche giorno è disponibile su Objkt.one, la piattaforma per collezionisti d’arte sulla blockchain Tezos, l’opera motion video “Contagion - metronomo zoppo / crippled metronome” - primo video della collezione Contagion Nft, originata dalle serie Contagion 2013 e Contagion 2022, trenta metafotografie su stampa giclée, dove Borelli propone l’encefalo umano come il segno distintivo della rappresentazione. https://objkt.com/tokens/open_objkt/5742

Le due serie vengono così racchiuse in un NFT (Non-Fungible Token), il certificato digitale di proprietà, registrato sulla blockchain, che attesta l'autenticità e l'unicità del bene/opera digitale. Come un'opera d'arte originale ogni NFT è unico e insostituibile. Il trasmutare dell’opera metafotografica in forma digitale si concretizza del mondo NFT “... perché gli oggetti immateriali richiedono uno spazio altrettanto immateriale, l’universo digitale”. Passaggio precedente e analogo quello del 2022 - nel mondo del gaming - con l’applicazione Contagion Hypercasual Multiplayer Experience. Tutti segmenti di Contagion Project, una neverending opera, che muta nei diversi linguaggi e media che utilizza, concept sviluppato e realizzato in collaborazione con la società GnMedia di Alessio Crisantemi. Nell’opera in video la sequenza delle immagini è accompagnata da un palpito definito e a tratti irregolare. È il battito di un metronomo che, nella sua essenzialità meccanica, evoca l'inesorabilità del tempo. Ogni battito è unico e irrecuperabile – l’iterazione svela il paradosso eternità / transitorietà. Con le trenta tavole delle serie originarie Contagion - ponendo nella figura dell’encefalo il “segno” per rappresentare compiutamente l’individuo - Borelli intendeva raccontare la storia di una comunità - inizialmente ordinata in una griglia ortogonale di venticinque “celle”, ciascuna raffigurata da un encefalo colorato - una comunità dove, improvvisamente, alcuni individui, tavola dopo tavola, scompaiono, ricomparendo poi in un diverso colore, minando così l’equilibrio in essere. Il metronomo che s’inceppa, che rompe imprevedibilmente il proprio ritmo, è il battito cardiaco della “comunità Contagion” dove l'equilibrio esistente è compromesso dalla sparizione / apparizione degli encefali, dunque degli individui. La carriera artistica di Fabrizio Borelli. Dopo gli inizi nella fotografia tradizionale, teatro, politica, società, ritratto - mai messa da parte - sono degli anno ‘80 i primi esperimenti di contaminazione, con i Mindscapes e le Magic Windows. Negli anni duemila Borelli inizia la ricerca sulle immagini diagnostiche, lastre radiografiche, TAC, scintigrafie. “Le immagini diagnostiche, a mio modo di vedere, hanno un potente valore rivelativo, sono simbolo e archetipo insieme. È una “figura” inconfutabile, originaria. È pensiero, azione e mistero insieme. È la sintesi dell'individuo, è la persona oltre l’anatomia.” Tale ricerca lo porta a esplorare la “metafotografia”, pratica che si concentra su come le immagini influenzino la percezione oltre la rappresentazione, oltre il semplice atto del vedere. È il modo della fotografia di esplorare altri linguaggi e interagire con altri media, analizzandone i processi. Fabrizio Borelli ha esposto le sue opere in numerose mostre e musei partecipando e iniziative culturali promosse da istituzioni pubbliche e private. Ha lavorato sui set dei registi Bruno Corbucci, Mariano Laurenti, Luigi Comencini, Ettore Scola, Giovanna Gagliardo, Andrei Tarkovskij, Ermanno Olmi. Con le tre reti RAI e RAI Parlamento ha collaborato come regista e format designer.