Tiene banco il "buco" dell'ex Comunità Montana del Trasimeno: chi paga i debiti?

01.04.2023 12:40 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Tiene banco il "buco" dell'ex Comunità Montana del Trasimeno: chi paga i debiti?

Sulla vicenda dell’ex Comunità Montana del Trasimeno e Medio Tevere interviene Francesco Baiocchi ex Consigliere di minoranza della stessa Comunità Montana. "Dato che nessuno si è preso l’onere di spiegare agli umbri le specifiche normative di riferimento relative alla vicenda dell’ex C.M. del Trasimeno e Medio Tevere e quanto da queste potrà derivarne all’intera collettività umbra - spiega Baiocchi - questa è la verità. Si deve necessariamente far riferimento alla normativa vigente relativa alla liquidazione in atto di tutte le ex Comunità Montane Umbre. Con la Legge regionale 23 dicembre 2011 , n. 18 (Riforma del sistema amministrativo regionale e delle autonomie locali e istituzione dell'Agenzia forestale regionale. Conseguenti modifiche normative, Pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Umbria a n. n. 61 S.o. n. 1 del 29/12/2011, sono stati normati i criteri attraverso i quali si è dato poi il via appunto alla liquidazione delle ex CM dell’Umbria. Di seguito, gli articoli che interessano direttamente la vicenda dell’ex Comunità Montana del Trasimeno. Art 65 Comma 3. La Giunta regionale con l'atto di approvazione del piano di liquidazione  conclusivo[48]  dispone anche in ordine al sub ingresso nei rapporti attivi e passivi ed al patrimonio residuo, alle liti attive e passive pendenti, al prosieguo delle attività di liquidazione e di quant'altro necessario. Art. 65. Comma 9. Al termine della liquidazione, i rapporti giuridici non estinti dal Commissario sono trasferiti in capo   [ ... ] [54]ai comuni che costituivano la disciolta comunità montana[55]  e all'Agenzia forestale regionale, in ragione delle causali e delle rispettive competenze. Eventuali ulteriori situazioni debitorie restano a carico del comune o dei comuni che hanno concorso a determinarle, in quanto componenti della disciolta comunità montana. Art 65 bis Comma 2-bis. A seguito dell'approvazione del piano unitario di liquidazione di cui al comma 1 , i commissari liquidatori sono autorizzati a conferire i beni che risultano dal piano unitario medesimo non necessari al soddisfacimento dei rispettivi creditori in un apposito fondo patrimoniale vincolato destinato a soddisfare i creditori delle comunità montane che presentano una situazione economico finanziaria insufficiente a soddisfare integralmente i propri creditori. [59]. Art 65 bis comma2-quater. Al termine della liquidazione delle comunità montane, per gli eventuali beni e proventi che residuano dalla gestione del fondo di cui al comma 2-bis si applica l' articolo 65, comma 3 . [62]. Quindi, data la Legge Regionale vigente alla data odierna - continua Baiocchi - stante il combinato disposto dall’art 65 Comma 3, 65  Comma 2 e 4 bis con il ricavato della liquidazione dei beni delle altre ex C.M. umbre si potrebbe sopperire in qualche modo alla disastrosa situazione finanziaria in cui versa  l’ex CM del Trasimeno. Ammesso e non concesso che l’orientamento della Regione Umbria intenda indirizzarsi verso questa soluzione, restano le problematiche per una loro pratica applicazione. Di fatto, le norme in questione potrebbe essere impugnate dai singoli Comuni delle CM estranee alla vicenda dell’ex CM del Trasimeno per palese violazione delle rispettive autonomie locali. Al di là di questo, ed anche  volendo essere più che ottimisti, resterebbe comunque un “buco” finanziario di circa 8/9 milioni. In detto caso secondo caso - prosegue Baiocchi – la normativa di riferimento è chiara ed esaustiva: troverebbe applicazione l’Art. 65 Comma 9 stante il quale “Eventuali ulteriori situazioni debitorie restano a carico del comune o dei comuni che hanno concorso a determinarle, in quanto componenti della disciolta comunità montana”. Atteso che non tutti i Comuni umbri totalmente estranei alle vicende di pertinenza esclusiva dell’ex CM del Trasimeno faranno salti di gioia nel vedersi in qualche modo eventualmente “espropriati” di parti del loro territorio per “soddisfare i creditori delle comunità montane che presentano una situazione economico finanziaria insufficiente a soddisfare integralmente i propri creditori”, dal punto di vista politico chiedo: con quale coraggio i candidati della sinistra del Trasimeno e Medio Tevere intenderanno proporsi alle prossime elezioni ? Non è che per caso risulterebbe molto più dignitoso affrontare fin da subito il problematica, dichiarando l’impossibilità di far fronte (pro quota) alle incombenze finanziarie che comunque deriveranno alle casse comunali? Ragion per cui, in occasione del preannunciato incontro dell’11 aprile con la Giunta regionale, chiedo ai Sindaci dell’ex CM del Trasimeno e Medio Tevere di astenersi dall’andare a “elemosinare” un salvataggio impossibile ed impraticabile: se default dovrà essere, che default sia. E che, sia pur obtorto collo, se ne facciano una ragione. Da parte nostra sapremo comunque chi ringraziare".