Gli allenatori di calcio dell'Aiac "in campo" per Gaza con una lettera-appello

20.08.2025 09:18 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
Gli allenatori di calcio dell'Aiac "in campo" per Gaza con una lettera-appello

Anche gli allenatori di calcio si mobilitano per Gaza. Attraverso una lettera-appello l’Assoallenatori (Aiac) chiede che Israele deve fermarsi. "I valori e la sensibilità che appartengono al nostro mondo - sottolinea Pierluigi Vossi, vice presidente nazionale - non possono venire meno davanti a un dramma di dimensioni bibliche, che richiede risposte, sicuramente non facili, ma necessarie, anche in ambito sportivo. Sono valori e sensibilità che contraddistinguono pure chi, quotidianamente , insegna e fa praticare sport ai nostri ragazzi. Perché pure loro, sin da giovani, imparino a non rimanere indifferenti a ciò che è ingiusto. Ribellandosi. Ecco. Spero che la nostra iniziativa sia letta proprio nel verso di “giustizia” che ci ha animato". 

Di seguito l'appello condiviso e votato all’unanimità da tutto il Consiglio Direttivo Aiac. “… Una partita di calcio, preceduta dagli inni nazionali, può essere considerata solo una partita di calcio? Quel che sta accadendo nella striscia di Gaza può essere semplicemente annoverato come uno dei 56 conflitti attivi nel mondo, che dovrebbero avere stessa attenzione e uguale reazione? Il massacro terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, con oltre un migliaio di vittime innocenti israeliane oltre alla presa di 250 ostaggi può giustificare la feroce rappresaglia genocida di Israele, che ha fatto decine di migliaia di morti civili palestinesi, fino ad annunciarne la deportazione? Sono tutte domande che l’Associazione Italiana Allenatori di Calcio si è posta e che pone adesso alle altre componenti federali e alla Figc tutta, in vista dei prossimi incontri che vedranno la Nazionale italiana, l’8 settembre e il 15 ottobre, opposta a quella israeliana. L’enormità degli accadimenti che si stanno susseguendo in quel territorio martoriato impone una presa di coscienza da parte di ognuno e anche, a nostro avviso, una azione concreta, commisurata al dramma in atto. Non è più tempo di moral suasion nei confronti del Governo Netanyahu, palesemente sordo agli appelli che gli vengono rivolti da più parti, comprese partecipate manifestazioni di piazza e voci importanti del suo stesso popolo. A conferma che le critiche e le contestazioni oggettive non strizzano l’occhio ai terroristi di Hamas (una parte non secondaria del problema), e soprattutto non nascondono pulsioni antisemite irrisolte. Lo diciamo con forza: davanti all’Olocausto siamo per sempre tutti ebrei e nessuno vuol togliere il segnalibro della memoria. Ma la storia non si è fermata a quell’orrore e ci interroga oggi, senza sconti per nessun popolo. Senza dimenticare che l’occhio per occhio biblico resta una formula affidata da Dio a Mosé perché la reazione a un male subìto non sia sproporzionata. Vale per ogni singolo, vale a maggior ragione per uno Stato democratico. Il comma 5 dell’art.2 dello Statuto federale recita: “La FIGC promuove l’esclusione dal giuoco del calcio di ogni forma di discriminazione sociale, di razzismo, di xenofobia e di violenza”. L’Aiac crede dunque che davanti alle stragi quotidiane, che hanno riguardato anche centinaia di atleti, compreso la stella del calcio palestinese Suleiman al-Obeid, sia legittimo, anzi, necessario, porre al centro del dibattito federale la richiesta, da proporre a Uefa e Fifa, dell’esclusione temporanea di Israele dalle competizioni sportive. Perché il dolore del passato non può oscurare coscienza e umanità”.