Per il nuovo Stadio Curi di Perugia tutto rinviato! Non se ne fa niente (almeno per ora...)

Scrive Michele Nucci su La Nazione che ieri sono scaduti i termini per la risposta sull’interesse pubblico del Nuovo Curi, ma il Comune ha sospeso tutto ed è ormai certo che la questione finirà nelle mani della nuova amministrazione di Palazzo dei Priori. Nel frattempo qualche nube nera si addensa sul progetto: il Fondo 10 Stadi (che dovrebbe finanziare per intero l’impianto perugino) si è ritirato dall’operazione per rifare lo stadio di Caserta (lì il progetto è stato approvato e i lavori dovrebbero cominciare a breve). Intanto però i 60 giorni affinché la Conferenza dei servizi potesse esprimersi sull’interesse pubblico dello stadio perugino sono scaduti (le carte vennero depositate lo scorso 29 marzo), ma nonostante il tentativo di mettere pressione alla attuale Giunta comunale, la società dovrà pazientare. La Conferenza dei servizi ha fermato tutto, chiedendo integrazioni che riguardano sia elementi che erano già contenuti nel vecchio studio presentato nel febbraio 2023, sia alcuni nuovi, sia anche l’adeguamento ad alcune nuove norme della Legge-stadi. A quanto pare ci sarebbero delle prescrizioni chieste da Rete ferroviaria italiana (Rfi), dato che il nuovo impianto si trova proprio a ridosso dei binari che attraversano la zona di Pian di Massiano. Molti i nodi relativi alla viabilità: già nel vecchio progetto erano state chieste integrazioni rispetto al cambiamento per gli accessi alla zona dello stadio. A questi si aggiungono quelli relativi a Ponte San Giovanni: c’è una richiesta specifica in termini di accessibilità e capacità delle strade di quell’area di poter sopportare un carico di traffico in caso di partite di calcio, così come sulla divisione degli accessi dei tifosi ospiti. Elementi che potrebbero essere un ostacolo al progetto dell’Arena Curi. C’è da chiedersi quale sarà la risposta del Fondo 10 Stadi (il costo del progetto è di circa 77 milioni) che aveva posto una specie di ultimatum al termine di 60 giorni: a essere ottimisti prima della fine di luglio non se ne riparlerà.