Per quest'anno dimenticatevi di andare a sciare! Gli impianti in Italia resteranno non apriranno!

24.11.2020 12:09 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Per quest'anno dimenticatevi di andare a sciare! Gli impianti in Italia resteranno non apriranno!

«Non se ne parla proprio: rischiamo una terza ondata». Giuseppe Conte è stato chiaro in Tv ad Otto e mezzo. Niente riapertura degli impianti da sci. «Un conto è il protocollo, ma tutto ciò che ruota attorno è improponibile. Non è possibile consentire vacanze sulla neve». Non è una posizione solo italiana: i principali paesi europei interessati dal problema, in prima linea Francia e Germania, stanno cercando una soluzione comune, come annuncia lo stesso premier. Che abbraccia la linea dura già tratteggiata da Speranza, Boccia e Franceschini malgrado le proteste dei renziani. «Non possiamo concederci vacanze indiscriminate, non possiamo ripetere Ferragosto». Conferma che il periodo natalizio richiederà un Dpcm ad hoc e, probabilmente, una limitata mobilità tra comuni e regioni, la possibilità di vedersi tra congiunti, con misure ancora da stabilire. «Bisogna contenere cenoni e veglioni». Le priorità sono altre: come le scuole superiori, chiuse da tempo. «Ce la metteremo tutta per aprirle prima di Natale, compatibilmente con la curva epidemiologica». Lancia qualche segnale di ottimismo: «Se continuiamo così a fine mese non ci saranno più zone rosse». Il Dpcm che subentrerà a quello in scadenza il 3 dicembre sarà più aperturista – sul coprifuoco ad esempio – ferma restando la divisione in colori a seconda del rischio per regioni; prevederà maglie più larghe per gli orari di negozi, centri commerciali e così via per concedere spazio allo shopping «perché lo scambio dei doni è una tradizione che vogliamo mantenere». Da una parte, delinea strategia anti-Covid del governo che nel piano dei vaccini ha il suo fulcro: «Non c’è un orientamento per l’obbligo, però lo raccomandiamo». Ma c’è un secondo messaggio importante che il premier intende inviare: l’interlocutore stavolta è Silvio Berlusconi. «Abbiamo messo sul tavolo consistenti ristori, interverremo anche per partite Iva e autonomi: lo scostamento che abbiamo chiesto è indirizzato soprattutto a loro». Proprio questa è stata la principale richiesta tra quelle avanzate dal Cavaliere in una lettera al Corriere della Sera per votare lo scostamento di bilancio. E’ l’apertura annunciata in mattinata dal tam tam parlamentare: Conte accetta le condizioni. «La nostra non è stata una scelta facile», aveva detto poche ore prima Berlusconi rivolto ai dirigenti toscani forzisti. Non è stato facile neanche per il premier: in prima battuta si era irrigidito, solo l’intervento del Pd l’aveva spinto a fare una stringata nota di ringraziamento. Perché se è vero che il dialogo con i forzisti costituisce una rete di protezione in Senato, dall’altro lato rischia di indebolirlo ben più del muro contro muro di Salvini. E tuttavia, di fronte al braccio teso dal Cavaliere e alle pressioni del capo dello Stato, non poteva fare altro. Complice il disco verde di Di Maio, oltre a quello di Gualtieri («chiedere consiglio a Draghi? Mi fido del mio ministro dell’Economia) taglia gli ormeggi, sottolineando che la maggioranza comunque non cambia. «Forza Italia si è predisposta per un dialogo costruttivo e responsabile, e ha spiegato che non vuole allargare la base del governo ma restare all’opposizione». Ora si aspetta un appoggio a Palazzo Madama – dove i numeri ci sono ma sono ballerini – e non una semplice astensione giovedì. Probabilmente arriverà: vero è che sabato Berlusconi aveva concordato con Salvini di procedere assieme, nella stessa direzione. Vedremo se nel vertice che i leader terranno nelle prossime ore il centrodestra riuscirà a far quadrare i conti. C’è un ultimo fronte su cui il premier prende posizione: il no appena velato alle dimissioni dell’ad Rai Salini. «Sta facendo bene».