La protesta dei Precari Uniti CNR dell’Umbria: sono in 50 con i contratti in scadenza a fine 2025

13.12.2025 17:30 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
La protesta dei Precari Uniti CNR dell’Umbria: sono in 50 con i contratti in scadenza a fine 2025

Nei giorni scorsi, i Precari Uniti CNR dell’Umbria hanno lanciato un appello urgente alle istituzioni locali e territoriali e ai rappresentanti politici regionali: chiedevano un intervento immediato per evitare la dispersione di competenze e investimenti strategici che la regione non può permettersi di perdere.
In Umbria operano sei istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche – IBBR, ISAFoM, IRPI, IRET, SCITEC e IOM – impegnati in settori strategici quali protezione idrogeologica, gestione degli ecosistemi, bioeconomia, biodiversità, agro-forestale, chimica avanzata, innovazione tecnologica e supporto alle imprese locali. Nei loro laboratori lavorano circa 50 precari, ricercatrici, ricercatori, tecnologi e tecnici, molti con contratti in scadenza entro fine 2025. La
perdita di personale qualificato avrebbe effetti immediati: l’interruzione di linee di ricerca pluriennali, la riduzione della capacità di risposta a emergenze ambientali e idrogeologiche regionali e nazionali, l’indebolimento delle reti di collaborazione tra università, imprese e istituzioni e la vanificazione degli investimenti pubblici già effettuati negli istituti umbri. Per questi motivi, nei giorni scorsi i Precari Uniti CNR Umbria hanno inviato una lettera a tutti i
Sindaci della regione, chiedendo un sostegno istituzionale immediato. Il sostegno dei sindaci si è palesato immediatamente, e come ANCI è stata inviata una mail al Ministero dell’Università e della Ricerca, sollecitando un incremento delle risorse dedicate alla ricerca pubblica e alla stabilizzazione del personale precario del CNR a firma del presidente Gori ma a nome di tutti i comuni associati.
I Precari Uniti infatti richiedono:
• l’aumento degli stanziamenti per la ricerca pubblica;
• fondi per stabilizzare il personale che ha maturato e sta maturando i requisiti della Legge
Madia (Comma 1 e 2 dell’art. 20);
• tutela di chi ha maturato anzianità ma non rientra nei criteri attuali;
• progettualità a lungo termine con percorsi di carriera chiari, trasparenti e stabili.
Queste istanze sono state presentate in una mozione in Consiglio Regionale, presentata dalla
Consigliera PD Letizia Michelini, e discussa ed approvata all’unanimità nella seduta dell’11
dicembre 2025.
Durante la pausa nella seduta, una piccola delegazione dei Precari Uniti dell’Umbria è stata
anche ricevuta prima dal Vice Presidente della Giunta Regionale, Tommaso Bori, e poi dalla
Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria, Sarah Bistocchi, che hanno
ribadito la vicinanza e sostegno alle legittime rivendicazioni dei precari, sottolineando la loro
importanza per il progresso del Paese e della regione e la correttezza delle loro rivendicazioni.
La delegazione ha inoltre incontrato il Consigliere regionale Andrea Romizi (Forza Italia) e il
Consigliere Comunale di Perugia Edoardo Gentili (Forza Italia), che hanno dimostrato
attenzione alle problematiche sollevate, con l’auspicio che questa disponibilità possa presto
tradursi in un concreto sostegno alla ricerca pubblica e al personale precario che ne
garantisce il funzionamento in Umbria.
“Senza un intervento immediato assisteremo alla dispersione delle competenze e degli
investimenti che l’Umbria ha costruito negli ultimi anni. La Regione e i Comuni hanno
l’opportunità di agire ora: sostenere la ricerca pubblica significa proteggere il futuro scientifico,
economico e ambientale del nostro territorio”, hanno dichiarato i rappresentanti dei Precari Uniti.
Il gruppo chiede quindi un sostegno forte e tempestivo, affinché la ricerca pubblica umbra
continui a svilupparsi e a garantire capitale umano qualificato.