“Donne e Uomini in Cammino”: l'impegno a Perugia dell’associazione Libertas Margot

11.12.2025 12:16 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
“Donne e Uomini in Cammino”: l'impegno a Perugia dell’associazione Libertas Margot

Ospitato all’Università di Perugia il convegno “Donne e Uomini in Cammino”, organizzato dall’associazione Libertas Margot. L’evento, che ha coinciso con la Giornata internazionale dei diritti umani, ha rappresentato un momento cruciale di dialogo tra istituzioni, esperti e cittadini per affrontare la parità di genere e la lotta alla violenza.

Un fronte comune tra istituzioni

L’incontro è stato moderato dal dottor Federico De Salvo, psicologo e responsabile dello Sportello autori di maltrattamenti, unico servizio di questo tipo in Umbria. Hanno partecipato il Questore di Perugia Dario Sallustio, la professoressa Claudia Mazzeschi dell’Università, la consigliera Francesca Pasquino e il presidente di Libertas Margot Massimo Pici. La presenza congiunta di questi protagonisti ha segnato una tappa significativa: raramente si era assistito a una convergenza così ampia di soggetti diversi, tutti concordi nel riconoscere la necessità di un fronte comune e coordinato.

Lavorare con gli autori di violenza

La dottoressa Caróla Sorrentino ha illustrato il lavoro dello Sportello autori di maltrattamenti, che segue le linee della Convenzione di Istanbul: “Quasi tutti gli uomini che arrivano dicono ‘non ho fatto niente’ o minimizzano. Lavoriamo per decostruire meccanismi come la negazione, la minimizzazione e la colpevolizzazione delle vittime. Coinvolgere gli uomini è indispensabile per il cammino verso l’uguaglianza.”

Le criticità del sistema

L’avvocata Maurita Lombardi di Libera…mente Donna ha evidenziato i limiti dell’approccio attuale: “Abbiamo sempre dato risposte sugli effetti, non sulle cause. Attiviamo case rifugio quando l’escalation è già avvenuta, non siamo stati capaci di intervenire con forme di prevenzione primaria.” Ha inoltre raccontato casi concreti di fallimento del braccialetto elettronico, sottolineando la necessità di strumenti più affidabili.

L’avvocato Nicodemo Gentile, difensore della famiglia Cecchettin, ha portato la sua testimonianza diretta ricordando un caso del 2016: “Nel 2016 non sapevo cosa fosse la violenza psicologica. Quel ragazzo non aveva mai toccato la ragazza con un dito, per questo non c’era stato bisogno del centro antiviolenza o della denuncia.” Ha sottolineato come la violenza attraversi tutte le classi sociali e come i femminicidi siano solo “la punta di un iceberg”. Ha denunciato la carenza di finanziamenti: “I professionisti prendono 25 euro per 6-7 ore di lavoro. Molte leggi arrivano per imposizione sovranazionale con clausola di invarianza finanziaria, quindi senza fondi.”

La dimensione psicologica ed economica

Il professor Carlo Garofalo ha evidenziato come molti autori di violenza non presentino psicopatologie conclamate ma necessitino comunque di interventi specifici: “Il problema è che questi soggetti non rientrano nell’ambito sanitario e quindi escono dal sistema di presa in carico.”

Il dottor Fausto Cardella ha presentato un aspetto cruciale: il legame tra violenza e dipendenza economica. La Fondazione Umbra per la prevenzione all’usura ha ampliato la sua azione prevedendo prestiti dedicati alle donne vittime di violenza: “Una delle cause principali per cui le donne non denunciano è la mancanza di libertà economica. Senza autonomia economica è facile rimanere intrappolate.”

Un problema culturale

Tutti i relatori hanno concordato che la violenza di genere è innanzitutto un problema culturale. L’avvocato Gentile ha ricordato tappe significative: “La prima donna presidente della Corte di Cassazione nel 2020, la prima presidente della Camera nel 1979. Lo Stato nel 2011 ha dovuto emanare una legge sulle quote rosa.”

La nascita di una rete operativa

L’evento, che ha ottenuto il patrocinio della Provincia e del Comune di Perugia, dell’Ordine degli Psicologi dell’Umbria, dell’Università di Perugia e delle associazioni Libera…mente Donna e Libertas Margot, ha costituito una svolta nella costruzione di una rete territoriale efficiente. Il sostegno di questi enti ha attestato la varietà di competenze e dedizione che ha sorretto l’iniziativa.

L’aula si è riempita di operatori, studenti, cittadini e rappresentanti di realtà locali. Gli scambi e i contatti intrecciati hanno confermato che l’evento non è un traguardo finale, ma il punto di partenza di un cammino condiviso.

Come ha concluso il dottor De Salvo: “Solo attraverso la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti possiamo affrontare efficacemente questo fenomeno. Non si tratta di correre verso una meta in solitudine, ma di costruire un percorso comune, passo dopo passo.“