"Non capisco chi voleva questo cambio societario al Perugia ed oggi non se lo godono"

L'opinione di Stefano De Francesco. "Nel giorno di Ferragosto si sta in famiglia, si sta con gli amici, si fa il bagno, ci si rilassa e si pensa. Pensando, pensando mi è venuta in mente una cosa. Fino a dieci giorni fa, come tifosi del Grifo eravamo depressi ed arrabbiati. Si discuteva di abbonamenti da fare o da boicottare e se Santopadre abbandonato dai suoi sponsor, dalla politica, oltre che dai sostenitori del Grifo sarebbe stato in grado di terminare la stagione senza penalizzazioni e senza un fallimento che invece sembrava incombere dietro l’angolo. La delusione si avvertiva, appiccicosa e avvolgente. Poi è arrivata finalmente la notizia che la società era stata ceduta. Da quel momento che sembrava dovesse essere liberatorio, non fosse altro perché lo avevamo atteso da anni, si è scatenata la bagarre, come se avessimo altro da perdere se non le nostre catene. Chi ha iniziato a ridicolizzare Javier Faroni, chi ne ha messo in dubbio le capacità finanziarie, chi ha scavato per trovare chissà quali scandali e truffe, come se avessimo altro da perdere se non le nostre catene. Sia chiaro spinto dalla curiosità e per capire meglio, l’ho fatto anch’io e ho trovato molte luci e qualche ombra, come accade spesso alle persone che raggiungono visibilità e successo.
È iniziata una nuova stagione e io ho solo voglia di guardare le partite del Perugia, abbracciare i miei amici e anche i tifosi che non conosco, incazzarmi, esultare, piangere perché anche se per caso tutto quello che sta succedendo non fosse vero, non avremmo altro da perdere se non le nostre catene.
I tifosi del Perugia hanno sofferto, prigionieri della propria passione e di una gestione miserabile. Ci meritiamo di sognare, ci meritiamo di fermarci negli autogrill mentre si va in trasferta per urlare al cielo le nostre canzoni, ci meritiamo di ritrovare l’orgoglio di metterci le nostre sciarpe e di tifare più forte che mai. La cosa più penosa è che chi fino ad ieri incensava Santopadre e Arena Curi, ora è a schiena diritta ad appuntarsi medaglie da solo.
Quelli che non capisco sono quelli che hanno battagliato per ottenere questo cambio societario ed oggi hanno deciso di non goderselo. Anche a loro dico ma stavolta con affetto, non abbiamo nulla da perdere se non le nostre catene. Comunque chi vuole continuare a cercare motivi per deprimersi, lo faccia pure. Se avessimo un presidente come Antonio Percassi, sarei disperato e vorrei sapere anche se il nuovo compratore va d’accordo con la moglie e con il giardiniere ma il proprietario del Perugia era Massimiliano Santopadre e quindi non me ne frega niente, perché non abbiamo niente da perdere se non le nostre catene…