Una conquista per Perugia! Dopo 170 anni torna a casa la Collezione Albertini risalente al XIV e XV secolo

01.07.2025 13:07 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Una conquista per Perugia! Dopo 170 anni torna a casa la Collezione Albertini risalente al XIV e XV secolo

Un patrimonio disperso da oltre 170 anni torna finalmente a casa. È la Collezione Albertini, un prezioso corpus di 1749 coperte documentarie in pergamena, risalenti ai secoli XIV e XV, che raccontano la storia amministrativa e giudiziaria del Comune di Perugia. La presentazione ufficiale si è tenuta presso l’Archivio di Stato di Roma, nella suggestiva cornice di Sant’Ivo alla Sapienza, alla presenza di rappresentanti istituzionali e protagonisti del lungo lavoro di ricerca, studio e acquisizione. L’incontro ha rappresentato non solo la celebrazione di un ritorno, ma anche un esempio concreto di collaborazione tra pubblico e privato per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. Fondazione Perugia, infatti, ha acquistato la Collezione Albertini all’asta di Parigi del 21 giugno 2024 per una cifra complessiva di 430 mila euro, con il benestare degli Archivi di Francia. Si tratta di 153 lotti che oggi, grazie a un’intesa virtuosa con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e l’Archivio di Stato, sono oggetto di studio e restauro.

«La Collezione Albertini rappresenta un tassello prezioso della memoria storica di Perugia che, dopo oltre 170 anni, torna finalmente a casa» ha dichiarato Franco Moriconi vice Presidente di Fondazione Perugia, «Con questa operazione abbiamo voluto restituire alla nostra comunità un patrimonio identitario straordinario. Ma non ci siamo fermati alla semplice acquisizione: la valorizzazione attraverso studio, restauro e dialogo con l’arte contemporanea rende questo ritorno ancora più vivo e attuale, capace di parlare al presente e alle nuove generazioni».

La storia della Collezione affonda le radici nel 1853, quando l’amministrazione comunale di Perugia decise di vendere una parte della propria documentazione archivistica. Il lotto fu acquistato dall’antiquario tedesco Joseph Spithöver, residente a Roma, e poi offerto invano allo Stato italiano. A quel punto intervenne Louis Eugenio Albertini, giurista argentino di origini italiane, che acquistò i documenti e li portò a Parigi, dove sono rimasti per generazioni nelle mani dei suoi eredi. Oggi, grazie all’azione della Fondazione, questa dispersione ha trovato almeno in parte una fine.

Per Antonio Tarasco, Direttore Generale Archivi del Ministero della Cultura, l’operazione condotta dalla Fondazione Perugia rappresenta un esempio emblematico di come il privato possa svolgere una funzione pubblica di altissimo valore. «Si tratta di un bene privato che oggi è restituito alla collettività. La Fondazione ha agito in modo lungimirante, compiendo un gesto di grande rilevanza sociale e culturale».

Giovanna Giubbini, dirigente del Ministero della Cultura, ha sottolineato l’importanza di un ritorno che restituisce dignità e profondità alla memoria storica italiana. «È un patrimonio inestimabile che torna nel luogo a cui appartiene. Un evento che travalica la dimensione locale e assume un significato nazionale, per ciò che rappresenta nella storia archivistica del nostro Paese».

Tra i protagonisti del recupero figura anche il ricercatore Matteo Ferrari, che ha contribuito in modo determinante alla ricostruzione della provenienza e alla mappatura dei documenti. «Una serie di fortunate coincidenze mi ha condotto a scoprire questa diaspora di pergamene perugine, sparse in tutto il mondo, da Stanford a piccoli antiquari parigini. Ancora oggi non riesco a credere che tutto questo bene sia tornato a casa. Ma sappiamo che mancano all’appello almeno altri 300 documenti: la ricerca continua».

Il percorso di valorizzazione della Collezione è già in corso. A Palazzo Baldeschi a Perugia è visitabile in questi mesi la mostra EXTRA. Segni antichi / Visioni contemporanee, a cura di Marco Tonelli. Il progetto espone alcune delle pergamene in dialogo con le opere di diciotto artisti contemporanei, da Alighiero Boetti a Emilio Isgrò, da Maria Lai a David Tremlett, creando connessioni inedite tra passato e presente. È stata inoltre annunciata una nuova grande mostra, prevista per ottobre 2025, che presenterà al pubblico tra le 200 e le 300 pergamene, insieme ad altri materiali archivistici recentemente acquisiti.

In chiusura dell’incontro, Riccardo Gandolfi, direttore dell’Archivio di Stato di Roma, ha sottolineato come questo evento, sebbene possa apparire locale, abbia una rilevanza nazionale. «Il valore culturale della Collezione Albertini è tale da renderla un caso esemplare di recupero e valorizzazione della memoria storica. È un’operazione che testimonia quanto il lavoro sinergico e consapevole possa restituire al Paese parte della sua identità dispersa».