Ha un senso il calcio-spezzatino in Serie C?

26.09.2023 08:30 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Ha un senso il calcio-spezzatino in Serie C?

Quest’anno, dopo la firma con Sky-Now, si sta andando verso una versione “Serie C-spezzatino” sempre più forte rispetto al passato. Sinceramente, lo spezzatino già non fa impazzire i tifosi in Serie A (dove ormai è la regola), figuriamoci in terza divisione. La Serie C ha una identità precisa e anche il tifoso è abituato a viverla seguendo riti e costumi ben standardizzati. Sicuramente non può essere un viaggio narrativo così lungo oltre che stancante.

Se la domenica mattina inserisci le parole “Serie C” su Google, diventa davvero complicato capire quale potrebbe essere la classifica finale il lunedì successivo. In questo week-end lungo, che va dal venerdì (tardo pomeriggio) al lunedì (sera), si rischia pertanto di perdere l’anima di questo bellissimo campionato, ricco di storia e di identità territoriale.Approfittando del cambio di governance, avrei cercato, invece, di compattare la programmazione per fare (al massimo) due grandi giornate di calcio in giro per i territori della Serie C. 

Guardiamo gli orari, tanto per fare un paio di esempi: sabato 30 settembre si gioca, Latina-Brindisi o Lucchese-Pineto alle ore 16:15. Ma veramente crediamo che a Latina o Lucca siano tutti tornati a casa e possano quindi seguire in tv o live (allo stadio) i propri beniamini? Anche in passato, secondo me sbagliando, la Lega ha programmato al Sud talvolta degli orari di gara che andavano contro le abitudini del tifoso-tipo. Errori sono stati fatti anche nel recente passato, però questa programmazione 2023/24, a mio parere, allontana la gente dal prodotto Serie C (più che avvicinarla). E anche se determinate piazze, per ragioni squisitamente di classifica attuale, nel breve, potrebbero andare contro questa teoria, la domanda che i presidenti e i dirigenti della Lega dovrebbero porsi è solo una: stiamo scegliendo la migliore soluzione possibile tra tutte quelle a disposizione? In caso contrario bisognerebbe prendere altre decisioni e modificare quelle attuali. Lo “spezzatino” della Serie A esiste e va avanti da tempo, ma lì la ragione è legata anche alla vendita dei diritti internazionali su determinati mercati geografici (la scelta degli orari infatti va proprio in questa direzione). 

Il tifoso italiano, anche in Serie A, magari storce la bocca (e a leggere certe dichiarazioni recenti di Claudio Ranieri, lo fanno anche alcuni addetti ai lavori), ma almeno sa che il suo club, grazie a quella scelta sui mercati esteri, guadagna dei soldi. Ma qui? Non mi risulta che attualmente la Serie C sia presente all’estero (fino alla scorsa stagione lo era, con 196 Sports). Quindi, come dicevano i latini: “Cui prodest?”