31 anni fa il drammatico incidente di Luca Panichi: oggi il suo commovente racconto di vita e di quel giorno

Il racconto di Luca Panichi del suo drammatico incidente di 31 anni fa. "Il 18 luglio 1994 era il giorno dopo la finale dei campionati del mondo di calcio, Italia-Brasile, che purtroppo non fu la ripetizione del magico 3- 2 del 1982, ma fu un 3-2 invertito, a favore del Brasile, ai calci di rigore, l'ultimo dei quali per l'Italia, fu calciato da Roberto Baggio, il quale sbagliò ove nessuno se lo sarebbe mai aspettato: questo è lo sport, questa è la vita. Con questa delusione sportiva, ci affacciamo noi del Penna Fioriti, squadra umbro toscana guidata dal grande Giancarlo Montedori, e nella quale militava il nostro ex professionista umbro Gianluca Brugnami e il futuro professionista umbro, Massimiliano Gentili, all'ennesima edizione del Giro dell'Umbria Internazionale di Ciclismo, nello stesso luogo in cui, un anno prima, a San Martino al Cimino, con l'Audax Piobbico del compianto fantastico Domenico Pazzaglia (Maura Pazzaglia), vincemmo la classifica individuale con il grande Daniele Cignali, Pinko Pallino, e pure la classifica generale di squadra, in una sfida finale all'ultimo fiato, con Gianluca Brugnami e Lorenzo Di Silvestro prontissimi a sovvertire il risultato finale. Ero reduce da un quinto posto in Toscana e dunque in ottima risalita di condizione fisica, al punto che già a metà percorso stavo iniziando a vedere nei rettilinei il corridore che mi precedeva nella cronoscalata! Purtroppo, come Roberto Baggio, quel "piccolo rigore" di raggiungere l atleta che mi precedeva, non andò in porto, perchè fui travolto improvvisamente e inopinatamente, da un'automobilista che scendeva veloce nel percorso! Il volo in aria fu clamoroso, tuttavia, subito dopo la ricaduta a terra, chiesi subito della bicicletta per ripartire, stavo andando troppo bene, ma subito mi accorsi di non sentire nulla, di non muovermi. Fermai tutti e mi opposi ad essere rimosso dalla strada, e questo mi salvò la vita, perchè avendo fratturato i denti dell'epistrofeo all'altezza della seconda vertebra cervicale, diversamente non l avrei raccontata! Mentre saltai per aria, dietro di me a farmi da scorta con l auto, c' erano i miei genitori: nulla da aggiungere! Il volo in elicottero a Perugia fu il mio primo volo della vita, un volo complicatissimo e pieno di paura di non farcela, perchè essendo la lesione midollare a livello della sesta e della settima cervicale, avevo bloccati pure i muscoli respiratori: ossigeno a gogò! A Perugia, ricoverato in ortopedia e seguito dall'Unità Spinale ancora itinerante, trovai le persone giuste al momento giusto: le terapiste per trattarmi adeguatamente, e il Prof.Della Torre che con coraggio mi fece indossare un corpetto Halo-vest sperimentale, ordinato in Inghilterra, per agevolare la saldatura degli ossicini del collo! Lo portai per tre mesi, sembravo un uomo-crocifisso ambulante, tuttavia il tutto andò magnificamente! C'era da risolvere però la frattura vertebrale cervicale, perchè mentre ero ricoverato nei lunghi 9 mesi a Firenze, perdurava una compressione pericolosa! A Firenze decisero di non intervenire, mentre il dott. Luca Papavero in Germania, con il quale entrai in contatto grazie alle preziose indicazioni del mio cugino compianto Federico Fornari, Giampaolo Fornari, optò per l'intervento. Viaggio in camper a Francoforte, e diagnosi complicata: l intervento e' rischioso, e inizialmente decido di dire no all'intervento! Il giorno dopo questa sofferta decisione, al mattino, mentre vado ad allacciarmi le scarpe dal letto dell ospedale, mi si bloccano le mani per tre lunghissimi minuti, spasticità alle stelle, non riesco a sistemare nulla! Capisco che l intervento non era rinviabile: "Dottore, stamattina le mani mi si sono bloccate, ma perchè non mi ha imposto lei l'intervento? - "Signor Panichi, ora ne è convinto? - "Si, dottore" - "Allora procediamo!". Al risveglio, dopo aver visto che muovevo le mani, mi riaddormentai subito. La mia riabilitazione poi proseguì in Germania, vicino Stoccarda, sostenuto alla grande dai miei genitori, i miei fratelli, i miei cugini, dalle stesse istituzioni sanitarie, da tutta la Comunità di Magione, e dal mondo del ciclismo: dovevo dare il meglio, e potevo farlo! Il 19 luglio 1995, in Markgroningen Klinik (Cesare Scenna) mi fecero vedere l'articolo del Corriere della Sera con l'immagine del nostro Campione olimpico Fabio Casartelli esamine a terra al Tour de France: mi rinchiusi in una stanza e piansi per la prima volta dopo l'incidente per 15 lunghissimi minuti! Due mesi prima era nato il mitico Marco Bob Casartelli dalla sua splendida moglie Annalisa Rosetti , e in quei minuti terribili, elaborai il dispiacere della mia condizione, dentro il senso di una tragedia vera, quella di non poter essere più protagonisti nella vita, di non poter continuare a viverla, di non poter esserci, di non poterla raccontare, di non poter essere un genitore. La mia forza interiore e la mia determinazione non si fermarono, perchè mi era stata data l'opportunità di continuare ad essere protagonista della mia vita! L'esperienza in Germania si ripetè l'anno successivo, fra l'altro anche portando avanti una fresca relazione! Poi al ritorno in Italia, ripresi gli studi di Scienze politiche, fino a laurearmi un po' più avanti! Nel frattempo, forte riabilitazione a Firenze in un Centro privato, poi a Montecatone più volte, i miglioramenti continui, poi la guida dell'auto, poi il bell'incontro che mi condusse al bellissimo matrimonio, seppur ora concluso, poi il primo lavoro al Mercatone Uno. In questo turbinio di vita permane un'amarezza indelebile: nostro padre ci lasciò anzitempo nel 1999, e dunque perdendosi tutti i miei miglioramenti e la mia autonomia reale di vita! Lui, che spazzava le strade in ogni gara nei punti di pericolo, lui che aveva predisposto una palestra per permettermi di continuare a fare riabilitazione a casa, lui, il nostro abbraccio verso Dio. Con il ciclismo è rimasto amore infinito. Nel 1996 venni chiamato sul palco del Gp Capodarco, la gara vinta nel 1991 da Fabio Casartelli, dall'immenso patron che ci ha purtroppo lasciato da poco, Gaetano Gazzoli (Adriano Spinozzi Lo Spino - Simone Gazzoli - Anastasia Lanciotti - Laura Hff - Elisio Torresi), per ricevere un premio di solidarietà in denaro dalla Comunità di Capodarco, su indicazione del giornalista Paolo Piazzini. Avessi voluto provare a mollare, non mi sarebbe stato possibile. Ogni anno, al Gp Capodarco, consegno il mio premio personale all'atleta più combattivo, ad onorare i valori dello sport e ad onorare Fabio Casartelli, che continua a vivere nelle mie energie e nei nostri cuori! Il miracolo della vita è quando tu d estate non puoi stare al sole perche' te lo impedisce il livello di lesione che ti porti addosso, e poi invece, non solo ci stai, ma percorri pure la stessa Capodarco il 16 agosto sotto il "solleone"! Il miracolo della vita e' quando scali con la tua carrozzina le salite del ciclismo, senza avvertire il dolore di non poterlo fare più con le tue gambe, come nei bellissimi 17 anni di vita ciclistica! Il miracolo della vita è quando porti il sorriso e l'energia di te stesso nelle scuole trasferendolo ai giovani, all'insegna dei valori dello sport integrato e della vita, vero caro Prof. Fabbrizio Paffarini? Il miracolo della vita è quando vivi la tua quotidianità cercando di dare al meglio di te nel lavoro, misurandoti con le sfide, senza temerle, guardando sempre al mezzo bicchiere pieno! Il miracolo della vita è quando trasformi un concetto negativo per un ciclista, come il "piede terra", in un significato positivo, ricevendo nell'anima la grande lezione di vita dell'Aquila di Filottrano, Michele Scarponi, e andando con Marco Scarponi a dare un senso di vita ai giovani, nel nostro vivere collettivo! Il miracolo di vita è vedere ogni limite che ti si pone davanti, come un punto di partenza, ogni positività che vivi, come un punto di partenza, perchè la vita è sacra in ogni sua dimensione, anche quella più precaria, marginale o anche di sofferenza! Ogni qualvolta siamo in grado di metterci del nostro, che sia corpo e anima, o che sia anche solo anima, è sempre vita, e allora può accadere anche di potersi stupire in una pista da ballo, insieme agli altri, indifferentemente, muovendosi ognuno, secondo il piacere dello stare insieme! E miracolosamente non ho smesso di sognare, miracolosamente non riesco a non sperare in un presente migliore, e se c'è un segreto, questo è fare le cose come se ci fosse sempre il sole, anche quando è dietro le nuvole, e non comprimendoti dentro quel qualcosa che non c'è, perchè soprattutto a Gaza, si arrabbierebbero molto! Sempre Avanti, questo il motto condiviso con Padre Giustini, mia coscienza religiosa nei mesi a Firenze!".