Niente corteo e nessuna festa martedì per i 115 anni di storia del Perugia Calcio

07.06.2020 16:03 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Niente corteo e nessuna festa martedì per i 115 anni di storia del Perugia Calcio

Non ci sarà la festa per i 115 anni del Grifo. La Curva Nord rinuncia al corteo per festeggiare il compleanno per limitare i comportamenti a rischio. «Martedì 9 giugno – si legge nella nota dei tifosi biancorossi – ricorre il centoquindicesimo anno dalla fondazione dell’A.C. Perugia. Avremmo voluto celebrare questa ricorrenza con il consueto corteo tra le vie della nostra città, come da anni facciamo, ma visto il momento delicato abbiamo preferito evitare. La situazione legata al Covid e le relative norme di sicurezza ci impongono di limitare comportamenti a rischio per noi stessi e per gli altri, se non legati a motivi strettamente indispensabili, pertanto sarebbe risultata una scelta sconsiderata quella di richiamare in piazza centinaia di persone. Decisione la nostra ovvia quanto sofferta ma l’appuntamento con il corteo è soltanto rimandato al prossimo anno. Ciò nonostante non abbiamo di certo dimenticato l’importanza di questo giorno e vogliamo ricordarlo a modo nostro», con un gesto simbolico che coinvolga tutta la città. Da quando gli stadi hanno chiuso i cancelli, da quando il calcio si è fermato per evidente impossibilità di continuare, i tifosi biancorossi hanno destinato il loro tempo e le loro forze in azioni di solidarietà. La prima con lo striscione di solidarietà a medici, infermieri e oss, appeso fuori dall’ospedale perugino, poi con donazioni (le mascherine consegnate dalla Brigata ai detenuti del carcere di Capanne) e consegna di pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà come hanno fatto gli Ingrifati, attraverso la spesa solidale. Poi la richiesta al calcio di fare «un passo indietro in segno di rispetto»: non è passato inosservato il lungo comunicato e poi lo striscione appeso ai cancelli del Curi. «Se la giostra dovesse ripartire, per i soldi che riempiono le tasche dei signori del calcio, per i diritti delle tv e gli interessi degli sponsor, incurante dei rischi e dei divieti che valgono per il resto della comunità, sarebbe il momento più basso mai toccato, la conferma di un sistema malato che deve essere abbattuto», hanno detto qualche settimana fa. Aggiungendo: «Tutto ripartirà, tutto riprenderà a tempo debito, il pallone tornerà a correre sui campi e noi torneremo su quei gradoni, a seguire le nostre squadre ed a tifare come sempre abbiamo fatto, ma oggi è tempo che il calcio faccia un passo indietro per ritrovare la dignità che sta perdendo».