Il bomber Simone Tomassini si racconta... sognando di regalare la salvezza all'Orvietana

23.03.2023 00:13 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Roberto Pace
Il bomber Simone Tomassini si racconta... sognando di regalare la salvezza all'Orvietana

Sufficienti poche parole per rendersi conto, quanto sbagliato, fosse il giudizio generale sulla persona, coniato già pochi giorni dopo il suo arrivo a Orvieto. Simone Tomassini è un ragazzo, anche se sta virando la boa dei trenta, cui non piace la superficialità, preferisce esporsi ed entrare dentro le cose. La fascia di capitano dell’Orvietana? “Senz’altro un onore e un onere allo stesso tempo. E’ un onore essere per tutti i compagni la persona di riferimento. Al tempo stesso un onere, perché stiamo cercando di raddrizzare una situazione complicata fin dalla partenza e non risulta facile giocare tutte le partite con l’ossessione di dover rimanere a galla. Un capitano, con senso di responsabilità, è certamente più coinvolto”. Una delle prime domande, rivolte solitamente ai più giovani, verte sul tema ambizioni e prospettive. Simone ha già un bel percorso da raccontare. Continua, però, a guardare avanti... “Di quanto fatto sono abbastanza contento per essere riuscito a togliermi diverse soddisfazioni. Che s’intrecciano, comunque, con qualche rammarico, per non aver concluso qualcosa di meglio. Quanto al domani, sono nel pieno della maturità calcistica, spero e penso di togliermele altre. D’altra parte, nel calcio gli scenari cambiano continuamente e bisogna essere bravi ad approfittarne”. Probabilmente, dall’alto degli oltre 150 goal realizzati (14 fino a oggi con la maglia biancorossa), tutti o quasi in serie D, c’è pure qualche rimpianto... “ Un solo rammarico: non aver approfittato di qualche momento nel quale era possibile svoltare in modo deciso. A Casa Castalda disputai un ottimo campionato, come fuori quota. Nell’ambiente, presero a circolare diverse voci sull’interessamento di club della serie C, una per tutti il Gubbio. Purtroppo, mi sono trovato solo, senza una persona esperta che potesse consigliarmi nel modo giusto e ho così perduto il treno per una carriera diversa. Più di recente, stavo facendo bene a Rimini, con la squadra che ha poi vinto il campionato. A febbraio mi sono infortunato, l’assenza è stata lunga e ha precluso le possibilità di riconferma. Che dire, anche ciò, fa parte del calcio”. Risiede a Foligno, dove ha sede il forno di famiglia. Lì, fece la prima esperienza lavorativa prima di dedicarsi, a tempo pieno, al pallone. Chissà se, quel tempo sia stato utile a gettare le basi di una futura professione... “ Diciamo che ricordo la composizione di qualche impasto, so come stendere una pizza o gestire il punto vendita. Per adesso, preferisco dedicare il tempo libero a cercare tartufi. Lo trovo rilassante, ho già il cane giusto e il tesserino. Tutto regolare”.
I primi calci li dette con la maglia dell’Arezzo, proseguendo con la trafila delle giovanili. Arrivò la chiamata del Foligno, allora in C1:
“Ero nell’organico della Beretti, mi aggregavano spesso alla prima squadra, con la quale feci la preparazione, molti allenamenti oltre a ricevere diverse convocazioni. Alla fine, collezionai una sola presenza in campionato”.
Salvo eccezioni, quali Pineto, nelle Società dove è stato tesserato ha scelto di non trattenersi troppo a lungo. E’ successo pure a Foligno. Dopo l’approccio in C1, ha avuto identica sorte a quella di tanti altri ragazzi, costretti a cercare gloria lontano da casa:
“Hanno fatto poco o niente per trattenermi. Lo dico senza rancore, ma è andata proprio così. In seguito, c’è stato un momento di riavvicinamento, non andato a buon fine per l’insorgere di grossi problemi societari”.
Seguendoti negli allenamenti, ho immaginato, per te un futuro da allenatore. Parli molto, dispensi consigli, la tua, insomma è una presenza molto attiva:
“Sicuramente non sono tipo da rimanere muto come un pesce. Sono tra quelli con maggiore esperienza e mi fa piacere dare una mano, in particolare a chi è all’inizio. I più giovani hanno tanto da apprendere e devono sfruttare ogni opportunità che è loro offerta per crescere. Quanto al mestiere di allenatore, bah, da un lato mi piacerebbe, dall’ altro, almeno in questa fase, considero il ruolo troppo delicato. Hai anche accennato ai consigli che dispenso in generale. E’ vero. L’Orvietana si trova su un percorso difficile e molto delicato. Penso che, per uscirne bene serva la reciproca collaborazione. Sono il Capitano e credo giusto dare il buon esempio”.
Il tuo percorso, con la maglia biancorossa, è stato complicato da infortuni e quant’altro. E’ la ragione per cui gli sportivi possono gustarsi, solo adesso, il Tomassini vero? :
“Indubbiamente, abbiamo vissuto giorni un po’ particolari, dovuti a problematiche di gestione, d’organico e altro. Dopo il cambio dell’allenatore, con le modifiche al metodo ancora in corso e il rinnovo progressivo della rosa, sono rimasto fuori quattro settimane causa un infortunio. C’è voluto un po’, per ritrovare la condizione, non solo fisica, ma anche mentale. Troppi problemi, finiscono per incidere persino nella testa. Tutto a danno del rendimento. E successo un po’ a tutti, ma ne stiamo venendo fuori”.
Ti sei fatto un’idea su ciò che potrà avvenire da qui alla trentaquattresima giornata:
“Oggi siamo sulla strada per la salvezza diretta. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti. A coloro che ci scoprono adesso diamo un immagine di vincenti perché non conoscono il passato. Abbiamo l’obbligo di rimanere come siamo e stare sul pezzo. Non sarà facile, perché siamo in tanti a lottare per lo stesso obiettivo”.
Quale è il grado di fiducia che Simone sente di poter accordare all’Orvietana:
“Mah, essere riusciti a rientrare in gruppo innalza il nostro credito. Non crederci, a questo punto, equivarrebbe a vera e propria follia. Sarebbe bello, proseguire nel fare quelle cose che la gente non si aspetta. Mai dimenticare < Più arduo è il tragitto, più dolce è la meta>” .
Scoperto che non dispensa solo consigli, chiediamo della sua reazione dopo aver letto sul comunicato ufficiale della sostanziosa multa, con diffida inflitte alla Società biancorossa
“ L’anno scorso, giocando con il Rimini, ho notato parecchia diversità di atteggiamenti tra quelli riservati alla prima in classifica e le ultime in lotta per la retrocessione, prese, letteralmente, a pesci in faccia. Da capitano, ho cercato di rapportarmi spesso con gli arbitri e di comportarmi in modo giusto. Devo constatare, con rammarico, che poco è cambiato. Verso le ultime, come noi, c’è tanta, troppa, mancanza di rispetto che si manifesta nella comunicazione, come nei gesti. E, questo, non va bene e non mi sta bene”.
E’ fuori discussione che la capo tifosa di Simone sia mamma Carmen:
“ Troppo – risponde sorridendo – ma è fatta così a prescindere . Tifosa del Milan, ha seguito il nonno che la portava allo stadio fin da bambina. Poi, come recita la canzone di Pino Daniele < ogni scarrafone è bell'a mamma sua”.
Per contro, Elena, la compagna, almeno sportivamente è all’opposto della mamma:
“Ti confesso, è un bene sia così. Tornando a casa hai la necessità di resettare. Con lei si parla d’altro e facciamo progetti. Quello per il matrimonio è già a buon punto. Manca la data, ma l’anno sarà il 2024”
Auguri!