Brunello Cucinelli bravo come imprenditore, ma non a stirare e passare lo straccio: a dirlo è la moglie...

Continuano a far parlare, in termini di sorrisi e simpatia, le parole dell'imprenditore Brunello Cucinelli, che non ha perso la voglia di scherzare. Ha parlato con Geppi Cucciari e Giorgio Lauro alla trasmissione “Un giorno da pecora” in onda su Rai Radio 1, rivelando qualche aneddoto della vita familiare. “Mi sono commosso per veder ripartire l'azienda. I primi 15 giorni di quarantena sono stati quelli più dolorosi. Dai primi di aprile lo spirito è migliore, c’è una sorte di tempo nuovo, come se questa eclissi stesse passando e si riesca a rivedere il sole. Devo dire comunque che la vita familiare in isolamento è stata molto interessante, anche se mi sono un po’ stancato di queste ‘call’. Mia moglie mi rimproverava - rivela Cucinelli - sia quando stiravamo le lenzuola o perché passavo lo straccio senza andare bene negli angoli, e allora le parlavo di Marco Aurelio imperatore che aveva la peste in casa, la guerra e la crisi economica, diceva comunque di assecondare l’umanità, di vivere secondo natura. E lei mi risponde: ‘Ma basta con questo Marco Aurelio imperatore e con questi santi…’”.
Guardando all'aspetto economico, ciò che conta è il fatto che la produzione è ripartita e Cucinelli punta a recuperare quanto si è perso: “Abbiamo deciso di lavorare mezz’ora in più per quattro mesi, di lavorare il sabato mattina e ad agosto invece di quindici giorni di ferie di farne solo sette. Senza licenziare nessuno e con lo stesso stipendio dell’anno scorso. Questo coronavirus lo paragono a una grandinata che distrusse il raccolto della mia famiglia. La sera a cena, eravamo in 13, fu una cosa dolorosissima. Mio nonno mi ha spiegato tante cose. La mattina dopo il contadino vicino ci ha prestato 20 balle di grano. Questa pandemia è come una grandinata. Anche se questa volta, purtroppo, ha ucciso esseri umani”. Si apprende intanto dall'azienda che alcune delle boutique di Cucinelli sparse per il mondo hanno riaperto: in Cina già lo scorso 11 marzo, ora in Austria e in Germania. L’unico problema sarà sanificare gli abiti una volta indossati: “In azienda già ci misuriamo la febbre al mattino, ci puliamo le mani e sanifichiamo i tavoli alla sera. Sono sicuro che anche nei negozi torneremo a lavorare in sicurezza e anche se non è facile disinfettare certi capi non sono preoccupato, una soluzione la troveremo”. Nonostante tutto, l’imprenditore rimane positivo e invita a non paragonare questo momento alla crisi economica scoppiata nel 2008: “Ci vorrà un anno due per riprenderci, ma ci riprenderemo”.