Quali le motivazioni dell'operazione-Spal per Molinari & soci?

12.07.2025 11:13 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Quali le motivazioni dell'operazione-Spal per Molinari & soci?

In un minuzioso servizio di Umbria Tv il giornalista Marco Taccucci interpreta le motivazioni del discorso -Spal da parte di Molinari. La notizia dell’uscita di Juan Martin Molinari dal Perugia è stata un fulmine a ciel sereno in casa del Perugia almeno tra i tifosi biancorossi, Molinari e la Spal è un discorso che parte da lontano, dall’idea di Pierpaolo Triulzi di puntare su una piazza alle prese con la mancata iscrizione alla Serie C dopo il disimpegno di Joe Tacopina. Un’opportunità insomma. A Ferrara tutti davano per scontato che il club finisse nelle mani del gruppo Infront-Campari, ma all’apertura delle buste contenenti le offerte  non è evid andato come tutti pensavano. Per questo pare che la conferenza stampa del sindaco in programma ieri a mezzogiorno sia stata spostata alle 19:30. Il gruppo di Molinari-Triulzi è stato scelto dalla commissione e preferito anche ad altri gruppi, di cui una cordata di imprenditori locali molto conosciuti che avrebbero garantito la ripartenza nel campionato di Eccellenza.  L’affare Spal permetterà alla nuova proprietà di ripartire senza debiti ed evitare le fastidiose incombenze pregresse, una situazione di monte ingaggi e debitoria a zero quindi. Gli investimenti iniziali immediati? un assegno circolare da 150 mila euro come cauzione che finirà nelle mani del Sindaco, mentre per l’affiliazione in FIGC serviranno circa 250 mila euro. Poi sarà da formare la squadra, rifondare il settore giovanile e la squadra femminile. Nell’ultimo campionato di Eccellenza romagnolo ci sono state squadre che hanno speso ben oltre il mezzo milione di euro senza riuscire a vincere il campionato tanto per dare un idea di quanto potrebbe costare alla società provare a vincere il campionato. E gli introiti? Ferrara, secondo una prima stima, potrebbe garantire un migliaio di abbonamenti, con 2-3000 spettatori a domenica considerando che la media della Spal nell’ultima stagione è stata di 6000 spettatori con il picco di undicimila per lo spareggio play out. Il direttore Meluso sperava di risolvere alcune grane con più facilità anche se la cessione di Seghetti e le questioni relative a giocatori come Bartolomei e Lisi vanno nella direzione da lui auspicata. Ma ancora non basta e infatti il mercato è in stand-by. Un anno fa avevamo detto che sarebbero servite due tre sessioni di mercato per voltare definitivamente pagina ma questo periodo rischia di protrarsi almeno fino a gennaio quando la scadenza naturale di alcuni contratti sarà questione di qualche mese e gli investimenti si potranno pianificare con maggiore libertà. Adesso c’è da aspettare e intervenire in maniera chirurgica  per rendere l’organico il più competitivo possibile. Ma perché Molinari ha deciso di uscire dal Grifo e investire a Ferrara piuttosto che aiutare Faroni il cui mercato dopo la cessione di Seghetti è ancora in stand by? E’ probabile che la spinta dell’opportunità ferrarese sia arrivata da Pierpaolo Triulzi, che a Ferrara ripartirà da zero e potrà gestire la collaborazione tecnica con più libertà rispetto a quanto non ha potuto fare a Perugia, dove la situazione era piú ingessata con molti giocatori in carico dalla passata  gestione di Santopadre. Triulzi è si un amico e collaboratore sia di Faroni che di Molinari, ha favorito le due acquisizioni ma è pur sempre un procuratore di calcio. Inoltre l’uscita di scena di Molinari, che deteneva il 10% del Perugia,  non incide in maniera significativa sugli investimenti di Faroni. Tornando alle questioni di casa nostra molti si stanno chiedendo come mai il mercato stenti a decollare. La situazione Perugia fa ancora i conti con la transizione tra vecchio e nuovo  che da novembre sta gestendo, non senza difficoltà, il direttore Meluso. Il dirigente biancorosso sperava di risolvere alcune grane con più facilità anche se la cessione di Seghetti e le questioni relative a giocatori come Bartolomei e Lisi vanno nella direzione da lui auspicata. Ma ancora non basta e infatti il mercato è in stand-by. Un anno fa avevamo detto che sarebbero servite due tre sessioni di mercato per voltare definitivamente pagina ma questo periodo rischia di protrarsi almeno fino a gennaio quando la scadenza naturale di alcuni contratti sarà questione di qualche mese e gli investimenti si potranno pianificare con maggiore libertà.  Adesso c’è da aspettare e intervenire in maniera chirurgica  per rendere l’organico il più competitivo possibile.