"Speravamo fosse finita, ma il progetto del Nuovo Curi non rientra tra le priorità della città di Perugia"

04.08.2024 06:27 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
"Speravamo fosse finita, ma il progetto del Nuovo Curi non rientra tra le priorità della città di Perugia"

L'opinione di Stefano De Francesco. "Speravamo che con la fine del periodo elettorale, la telenovela legata al progetto del Nuovo Curi terminasse. Invece sembra che per alcuni, il discorso non sia sufficientemente chiaro. Allora rispieghiamo, speriamo una volta per tutte che tale progetto, non rientra tra le priorità della città di Perugia. Lo aveva affermato la giunta di centro destra presieduta dal sindaco Andrea Romizi, quando negò il pubblico interesse e lo sta ribadendo dagli spifferi che arrivano, anche la nuova amministrazione di centro sinistra, con la sindaca Vittoria Ferdinandi e l’assessore Pierluigi Vossi, preparandosi a sua volta a prendere una decisione analoga. Allora per fare chiarezza una volta per tutte, andiamo per punti in modo da capire meglio di cosa si parla.

LO STADIO PROVVISORIO A PONTE SAN GIOVANNI TRA AREE ESONDABILI E TRAFFICO CONGESTIONATO

Leggo dai sostenitori del progetto Arena Curi che si ripropone l’ipotesi di uno stadio provvisorio a Ponte San Giovanni e cito testualmente:”… davvero si rinuncerebbe al miglioramento dello Stadio di Ponte San Giovanni, in cui Arenacuri farebbe interventi per 2.5 milioni di Euro, e che resterebbero a vantaggio dei contribuenti perugini?”. Allora mi rendo conto che ci deve essere qualcosa di altro dietro, perché pensare di catapultare il Perugia calcio, verso lo stadio degli Ornari di Ponte San Giovanni, per un periodo minimo di due anni, nei quali si dovrebbero svolgere i lavori per erigere la nuova Arena Curi al posto dell’attuale stadio in località Pian di Massiano, è un progetto semplicemente folle.

Ora a parte le perplessità sulla eventuale durata dei lavori, individuata in due anni che mi sembra davvero risicata, i dubbi più grandi sulla localizzazione dello stadio di Ponte San Giovanni come struttura provvisoria sono davvero enormi in quanto l’area individuata è davvero una delle meno idonee, per tanti motivi che andremo ad analizzare.

Lo stadio degli Ornari, verrebbe adibito a “stadio temporaneo” per tutta la durata dei lavori di “Arena Curi”, con previsione di omologazione anche per un eventuale campionato di serie B.

Attualmente lo stadio ospita le partite e gli allenamenti della Pontevecchio, che milita nel campionato di Promozione, e che ha sempre disputato campionati dilettantistici. L’adeguamento dello stadio degli Ornari, alle norme relative, anche semplicemente alla Lega Pro, prevederebbe la realizzazione delle seguenti opere:

- Montaggio di tribune provvisorie, compreso un settore ospiti separato anche per le modalità di accesso, fino a una capienza complessiva di 8000 posti dagli attuali 1.000

- Realizzazione di una tribuna stampa e di una sala regia

- Realizzazione di un parcheggio adeguato, ad oggi praticamente inesistente, con area riservata alla tifoseria ospite, dotata di ingresso separato e di accessi allo stadio altrettanto separati, con la necessità di ridisegnare l’intera viabilità della zona, visto che ad oggi esiste un’unica via di accesso allo stadio.

- Realizzazione di un impianto di illuminazione adeguato alle riprese televisive in notturna

- Adeguamento della struttura, in termini di spogliatoi per le squadre, spogliatoi per gli arbitri, spogliatoi diversificati per l’eventuale presenza di ufficiali di gara di sesso femminile, sala medica, ecc. richieste dalla Federazione per le società professionistiche.

- Realizzazione di tutte le opere infrastrutturali connesse, a partire come detto in precedenza dalla modifica della viabilità e in aggiunta delle opere di impiantistica che indichiamo solo a titolo esemplificativo, come la cablazione elettrica verso la linea a media tensione per l’impianto di illuminazione, l’installazione di gruppi elettrogeni di continuità, l’installazione della rete in fibra ottica per la sala stampa, ecc.

Tutto quanto sopra andrebbe realizzato su un’area esondabile, così come si evince dai documenti del piano di difesa dal rischio idrogeologico del Comune di Perugia, scaricabile dal sito del Comune.

Le domande che in questo senso sorgono spontanee sono chiare. Quanto verrebbe a costare un operazione del genere e chi dovrebbe sostenerne i costi, sicuramente di svariati milioni di euro? Un intervento così massiccio in un area esondabile, non avrebbe un senso in prospettiva e soprattutto non potrebbe essere effettuato, senza cozzare con le misure di sicurezza previste in quest’area. Inoltre siamo sicuri che intervenire in un quartiere della città, che già oggi è assolutamente il più ingolfato per il volume massiccio di traffico, aumentandone ancora numeri e emissione di smog, sia un buon servizio ai cittadini di queste zone?

Esiste davvero un “pubblico interesse” o stiamo facendo un mero esercizio dialettico?

L’INTERVENTO RICHIESTO AL COMUNE DI PERUGIA E IL RISCHIO DI DANNO ERARIALE

Leggo e cito testualmente:”… davvero si vogliono sperperare 5.5 milioni di euro”. Tutti gli spettatori di questa telenovela, sia che siano favorevoli, sia se siano contrari al Nuovo Curi, hanno due consapevolezze. La prima è chiarissima. Ovvero non ha alcun senso avere uno stadio megagalattico, con una squadra di calcio ridotta al ruolo di comparsa in Lega Pro. La seconda è ancora più chiara. Non serve a nulla questa cattedrale nel deserto, dal costo di quasi 100 milioni, quando in altre città sono stati realizzati progetti, contenendo i costi e soprattutto gli impatti ambientali e sociali che nel nostro casi di specie, sarebbero devastanti. Facciamo un esempio per capire la portata, forse smisurata del progetto del Nuovo Curi. Il Benito Stirpe di Frosinone, che è stato l’unico stadio italiano inserito nel 2017, tra le candidature a Stadium of the Year, ha avuto un costo complessivo di circa 19 milioni. L’argomento più spinoso riguarda l’impegno chiesto al comune di Perugia dagli investitori di Arena Curi s.r.l. Quest’ultimo dovrebbe rinunciare alla proprietà del terreno dell’area di Pian di Massiano, su cui sarà eretto il nuovo stadio, rinunciando ad un valore del solo terreno di svariati milioni di euro. Inoltre dovrebbe rinunciare alla proprietà dell’attuale stadio Renato Curi e permetterne l’abbattimento, solo dopo che pochi mesi fa è stato speso dalla precedente amministrazione, circa un milione e cinquecentomila euro, per la rimessa in pristino della Curva Nord. Lo stadio Renato Curi, pur con tutte le magagne dovute alla sua vetustà, è una struttura che anche qui ha un valore notevole ed abbatterlo semplicemente perdendone la proprietà, rischia di diventare un vero e proprio boomerang per l’amministrazione che come la precedente è stata molto prudente, a mio parere in maniera estremamente saggia. Il rischio di un danno erariale, ovvero quel danno di cui dà notizia la Corte dei Conti che non emerge solo a fronte di una condotta “contra ius”, ma può riscontrarsi anche nel momento in cui ci si trovi di fronte ad una condotta che causa dispendio o perdita di pubbliche risorse, è un rischio davvero reale. Non credo che nessuno voglia avventurarsi verso una strada stracolma di chiodi.

IL PRIMO RISCHIO DA EVITARE. RESTARE SENZA STADIO A PERUGIA PER MOLTI ANNI.

Un rischio enorme è quello di spezzare il cordone ombelicale che lega il Perugia, alla sua città ed ai suoi tifosi. Infatti non appena dovessero partire tali lavori, il vecchio Renato Curi dovrebbe essere abbattuto. Per il Perugia si prospetta un triste peregrinare, verso altri stadi, per un periodo sicuramente non breve, tenuto conto dell’impossibilità di spostare temporaneamente a Ponte San Giovanni, la sede di gioco, come sottolineato in precedenza.

I COSTI PER IL COMUNE DI PERUGIA PER RIMETTERE IN PRISTINO LO STADIO CURI.

Parlavamo poco sopra dei costi quasi da rischio di danno erariale che vengono richiesti al comune di Perugia. Situazione completamente differente invece se si vanno ad analizzare i costi per una rimessa in pristino dell’attuale stadio Renato Curi. Infatti il comune ha riaperto la Curva Nord che è stata resa agibile con una spesa di circa un milione e mezzo di euro. Il cosiddetto “sentiero Ascoli”, ovvero svolgere i lavori settore per settore, potrebbe permettere in pochi anni di rimettere a nuovo l’intera struttura, avendo parecchi vantaggi. Ci sono i fondi deliberati dal Credito Sportivo che permetteranno di rimettere in piena efficienza sia la Gradinata che la Curva Sud.

Da quello che si sente e sarebbe fantastico, il Comune vorrebbe anche riuscire a coprire i settori di Curva Nord e Gradinata ed a quel punto, mantenendo la proprietà dello stadio, non costringendo la squadra ed i suoi tifosi a peregrinare in giro per l’Italia e spalmando gli interventi in più anni centellinando gli investimenti senza pesare troppo sulle casse comunali.

Uno stadio di nuovo in piena efficienza e totalmente coperto, casa della squadra di calcio e possibile sede di tanti eventi e concerti, come avvenuto allo stadio Curi per tantissimi anni. Direi che qui non sperpera niente nessuno… e direi di fermarci qui, perché ogni tanto anche basta!".