"L'esempio più bello nella gara contro il Padova ce lo ha fornito Dragomir"
Il tecnico del Fabio Caserta preferisce tenere un basso profilo. «A fare la differenza sono sempre i calciatori – spiega il tecnico ai microfoni di Umbria Tv –, che interpretano bene quello che un tecnico gli chiede. L’allenatore deve essere bravo solo a farsi seguire dal gruppo e coinvolgere tutti i calciatori. Al di là del risultato, che nel calcio conta comunque più di tutto, sono contento soprattutto per la prestazione e per la reazione avuta nelle ultime gare dopo una batosta pesante come quella di Mantova». Il gruppo formato dai singoli, e Caserta rivela un retroscena che è lo specchio della sua squadra. «A Dragomir in questi giorni è morto il nonno, ha rinunciato anche alla Nazionale ed è voluto rimanere vicino alla squadra. In questi giorni lo abbiamo lasciato tranquillo con la ragazza, perché era solo, ma ha voluto giocare e ha fatto una grande partita. Questo è un segnale importante della voglia che questi ragazzi hanno di mettersi a disposizione dell’allenatore e dei compagni». La soddisfazione arriva anche dal fatto che il Perugia ha avuto un solo giorno per preparare la gara e poi inoltre scoprire che l’avversario ha cambiato atteggiamento tattico. «Abbiamo avuto poco tempo per preparare la partita e da una parte – rivela Caserta – ne sono stato contento, perché altri giorni di attesa potevano portarci via energie a livello nervoso. Certe sfide del resto si preparano da sole e le porta a casa chi ha più stimoli. Ci ha sorpreso il cambio di sistema di gioco del Padova, che se l’è giocata quasi a specchio (con il 3-5-2, ndr), ma i ragazzi sono stati bravi ad adattarsi. L’interpretazione della gara da parte della squadra comunque è stata perfetta, non abbiamo concesso nulla e creato tanto sia nel primo che nel secondo tempo». L’emergenza Covid. «La formazione paradossalmente la fa il Covid che magari ti riserva sorprese all’ultimo giro di tamponi. È una difficoltà per tutte le squadre».