La lettera che commuove: quella che Fabrizio Paladino ha dedicato alla sua Silvana ad un anno dalla scomparsa

25.01.2021 12:13 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
La lettera che commuove: quella che Fabrizio Paladino ha dedicato alla sua Silvana ad un anno dalla scomparsa

Questa è la commovente lettera che Fabrizio Paladino ha dedicato alla moglie Silvana ieri durante la Messa ad un anno dalla sua scomparsa.

"Non c’è posto più sicuro di un ricordo che non hai perso. E noi tutti non abbiamo di certo perso il ricordo della nostra Silvana. E’ passato un anno, per tanti sembra ieri quando le abbiamo dato l’addio. Per altri è trascorsa un’eternità. Perché Silvana era capace di rendere unica la sua presenza, con tutti, senza essere mai banale. Tanti, in questi mesi, mi hanno detto: “Non mi pare ancora vero che non c’è più”. Sono d’accordo. Troppo ampia la sua personalità, il suo modo di fare, di risolvere sempre qualsiasi tipo di problema. Avevi sempre l’impressione che lei potesse essere invincibile. La malattia è riuscita nell’impresa, ma il suo ricordo, i suoi messaggi, il suo sorriso, sono sempre tra di noi. Sono stati dodici mesi intensi per me, per Federica, per la mamma Enza, le famiglie: abbiamo, per forza di cose, cambiato vita, le abitudini, i momenti insieme. Però, fin da subito, con Federica – bravissima e forte in questo percorso che l’ha fatta crescere più in fretta, sempre sotto l’attento squadro di lei - La mamma Silvana l’abbiamo sempre ricordata con simpatia, ironizzando spesso sul suo modo di fare, di approcciarsi agli altri, sul suo modo di essere appunto madre, moglie, figlia, sorella e amica che non tradisce mai. Lei è in casa, che ci guarda sempre dall’alto, quasi a riprenderci – come faceva praticamente sempre – e, non nego, che la sua presenza in quel modo rappresenta ancora per me, per noi, una guida. Il messaggio di speranza, di forza, di altruismo, di grande determinazione senza aver mai paura di niente, è stato raccolto alla grande in questo anno. Sì, forse anche grazie al libro che le ho dedicato con tutto il cuore, ma lei, di fatto, aveva lasciato il segno in vita, in quei 4 anni di sofferenza, di dolore, di lacrime nascoste, senza nessuna lamentela eclatante. Quattro anni dove l’abbiamo vista rincuorare gli altri, stare vicina alle persone in difficoltà, confortare noi che le stavamo vicini. Dove l’abbiamo vista tornare bambina, mano nella mano con la mamma Enza che l’ha accudita fino all’ultimo. L’esempio l’ha dato anche nel rapporto con le sorelle, coi fratelli vicini e lontani: un grande amore, un attaccamento costante. E poi le promesse con Daniela, vicine di età e inseparabili oltre la presenza terrena.

Dodici mesi in cui ho avuto modo di conoscere tante persone che, come lei, stanno lottando ogni giorno per sconfiggere questa maledetta bestia. Sì, perché anche in periodo di Covid il cancro, purtroppo, non è andato in ferie… Silvana si è sempre battuta per alimentare la speranza, non solo fine a se stessa, ma con il supporto fondamentale che la ricerca contro il cancro può e deve, alla fine, lasciare il segno. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti importanti in quel senso. Noi, nel nostro piccolo e grazie solo a Silvana che ci ha messo la faccia e il sorriso, abbiamo cercato di dare un supporto concreto: grazie a “Il tuo sorriso ribelle” è stata raccolta una cifra significativa che io e Federica, martedì prossimo, consegneremo nelle mani dei vertici della Fondazione Ieo-Ccm di Milano. Li, all’ingresso dell’istituto, c’è l’albero del donatore con scritto, tra gli altri, il nome di Silvana Benigno. Un motivo d’orgoglio per lei, un motivo d’orgoglio per tutti noi. Continueremo a portare avanti il suo messaggio e la sua voglia di donare speranza agli altri. Silvana si meritava questo ennesimo straordinario abbraccio che le avete dato oggi. Muore il seme per far nascere la pianta che darà i frutti. Eccoli qua, quei frutti sono tra di noi. Infine, vorrei ricordare che in questo percorso di 12 mesi, grazie a Silvana, ho consolidato rapporti con persone bellissime e conosciuto altre con valori straordinari. Tra questi Laureta Hodaj, Stella Peruzzi, Fabio Battistelli, Andrea Sari e Marcello Marini che ringrazio anche oggi per la loro interpretazione; e poi le nostre famiglie, gli amici, le amiche di Silvana, l’amico Leonardo Bambini che ha reso concreto il progetto del libro, i colleghi giornalisti con i quali, proprio oggi, celebriamo il nostro patrono, San Francesco di Sales. Un abbraccio anche a don Paolino Trani, parroco di Selci, che avrebbe dovuto concelebrare la messa di oggi con don Alberto Gildoni, ma che è stato fermato da un problema fisico. Infine grazie a tutti voi, sempre al nostro fianco in qualsiasi momento.

NON ASPETTATE DI ESSERE FELICI PER SORRIDERE

FATE COME SILVANA

Fabrizio".