Entro il 18 aprile saranno azzerati in Umbria i contagi da coronavirus: ce lo dice uno studio

31.03.2020 14:21 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
Entro il 18 aprile saranno azzerati in Umbria i contagi da coronavirus: ce lo dice uno studio

Entro la terza settimana di maggio sull’intero territorio italiano potrebbero azzerarsi le nuove diagnosi di contagio da Covid-19. La data indicata è il 16 maggio. Ma in alcune regioni ben prima. In Umbria (tra le prime ad uscirne) si parla addirittura del 7 aprile, con un margine di avanzamento (dovuto al metodo scelto per il calcolo) di 11 giorni, ovvero al 18 aprile. Sarà vero? Crediemoci! Si dovrebbe arrivare a quel momento entro il 16 maggio e non prima del 5. Emerge da uno studio dell’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), un centro di ricerca universitaria di Roma sostenuto dalla Banca d’Italia ma del tutto indipendente, che ha presentato il proprio studio.

La base statistica è costituita dai dati della Protezione civile ed è stimando le variazioni quotidiane e la loro evoluzione nel tempo che l’Eief formula le proprie estrapolazioni. Il lavoro è affidato a Franco Peracchi (affiliato anche alla Georgetown University e all’Università di Tor Vergata) e verrà rivisto e ripubblicato ogni sera sul sito dell’Eief dopo gli aggiornamenti della Protezione civile.

Per adesso, indica un orizzonte per la prima volta chiaro: le nuove diagnosi di Covid-19 si azzerano fra il 5 e il 16 maggio, con l’intervallo di oltre dieci giorni fra l’ipotesi più ottimistica (5 maggio) e quella più lontana nel tempo (16 maggio) che dipende dai metodi di calcolo prescelti: nel primo caso si valutano i valori mediani – quelli al centro della distribuzione delle probabilità fra le evenienze peggiori e migliori – mentre nel secondo caso si prendono in considerazione anche eventuali valori estremi e fuori dalla norma delle prossime settimane.

In ogni caso, alcune regioni sembrano decisamente più avanti di altre nel contenere l’epidemia e raggiungere l’obiettivo del giorno-zero, quello in cui nessun nuovo contagio verrà constatato dai test. In Trentino-Alto Adige quella soglia dovrebbe essere raggiunta il 6 aprile, in Basilicata il giorno seguente, in Valle d’Aosta il giorno dopo ancora, mentre in Puglia ci si dovrebbe arrivare il 9 aprile. Per le regioni più colpite d’Italia potrebbe volerci un po’ più di più tempo.

In base alle estrapolazioni il Veneto arriva al giorno-zero il 14 aprile, la Lombardia il 22 aprile e l’Emilia-Romagna il 28 aprile. Per il Lazio la direzione di marcia indica un obiettivo al 16 aprile, pochi giorni prima di Calabria e Campania. Ultima la Toscana, la regione dove la curva si sta piegando più lentamente, con una soglia prevista appunto al 5 maggio. Va tenuto presente però che i dati sulle singole regioni sono soggetti a forti revisioni di giorno in giorno, perché un numero relativamente ridotto di nuovi casi può far variare di molto le estrapolazioni. Per questo va seguita soprattutto la tendenza nazionale, fondata su una base di dati più vasta, ed essa oggi indica l’orizzonte di maggio anche se si tiene conto di possibili valori fuori dalla norma che potrebbero arrivare nelle prossime settimane.

Franco Peracchi, l’autore dello studio, introduce nel suo paper alcune avvertenze sulla qualità dei dati. «Va notato che il numero dei casi in questo momento non è pari al numero degli abitanti del Paese attualmente infettati, ma solo a quello di coloro che sono risultati positivi al test. La quantità di persone attualmente infettate è probabilmentemaggiore di un intero ordine di grandezza», scrive. «Inoltre, la proporzione fra i casi positivi e il numero di persone infettate in ogni momento dato non va considerata costante, perché i criteri e l’intensità dei test variano nel tempo e fra regioni».

Le estrapolazioni sono comunque preziose perché la popolazione, le imprese e lo stesso governo di possano formare delle aspettative sulla traiettoria delle prossime settimane.

Luigi Guiso, docente di Household Finance dell’Eief e fra gli economisti italiani più influenti nel mondo, osserva che le estrapolazioni vanno prese come «un’indicazione di tendenza, un’idea di dove stiamo planando con le misure di contenimento». Guiso ritiene anche che le previsioni, soggette a continui aggiornamenti, dovrebbero diventare sempre più affidabili man mano che la Protezione civile aggiorna i dati. «Verso la fine di questa settimana dovremmo avere dati più precisi e più stabili», dice.

Dato che le diverse regioni del Paese sembrano dirette verso il giorno-zero in tempi anche molto diverse, con uno scarto di quattro settimane fra la prima e l’ultima, Guiso ha una proposta: utilizzare i primi territori a zero contagi per tentare sperimentazioni sulle modalità più sicure di avviare riaperture graduali delle imprese e della vita civile. «Naturalmente i blocchi alla circolazione fra i diversi territori del Paese dovrebbero restare in vigore – premette -. Ma potremmo iniziare tra qualche settimana, nelle regioni più avanzate, a misurare le modalità più sicure per ripartire».