Anche l'Umbria schierata in difesa dei macachi detenuti per gli esperimenti sui loro cervelli: l'impegno dell'Avi

03.07.2020 12:12 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
Fonte: Antonello Menconi
Anche l'Umbria schierata in difesa dei macachi detenuti per gli esperimenti sui loro cervelli: l'impegno dell'Avi

Si sta mostrando quanto mai attiva la sezione umbra dell'AVI (Associazione Vegani Italiani), che ha iniziato da poche mesi la propria attività sotto la responsabilità dell'attivissima Alice Delicati, portando avanti le campagne e le battaglie a livello nazionali, in attesa di dar vita ad iniziative che riguarderanno anche l'Umbria. Tra l'altro, il gruppo regionale è tra quelli che intendono mantenere alta l’attenzione sulla sorte dei sei macachi detenuti negli stabulari dell’Università di Parma. "Per il TAR del Lazio - spiega Alice Delicati - gli esperimenti sul cervello dei macachi, previsti dal Progetto Light-Up, possono riprendere, dopo lo stop di quattro mesi conseguente la sospensione decisa lo scorso gennaio dal Consiglio di Stato, che aveva ritenuto prevalente l’interesse della LAV alla tutela degli animali. Mentre i macachi si preparano per perdere per sempre la vista e quindi per essere destinati alla morte e alla perdita della loro natura e libertà, l’ultimo aggiornamento riguarda una nuova manifestazione, indetta dagli animalisti contro la vivisezione, prevista per domenica 5 luglio 2020 a Parma, per chiedere «libertà» per i macachi. Si sente spesso affermare che "la vivisezione non esiste più": è una bugia. "Vivisezione" non è solo il sezionare la rana viva, o gli esperimenti del passato in cui i cani venivano legati a una tavola e sezionati. Per cinque anni gli animali saranno sottoposti a un training che prevede l'immobilizzazione forzata più volte al giorno, quasi tutti i giorni, assieme all'asportazione chirurgica di aree della corteccia visiva con lo scopo di renderli clinicamente ciechi. Questo invasivo, doloroso e lungo esperimento dovrebbe servire a ricreare un modello animale per lo studio delle persone affette da blindsight, ovvero che abbiano perso la vista a causa di un danno cerebrale, e lo studio include volontari umani naturalmente portatori di questo tipo di cecità, i quali si sottopongono volontariamente a tecniche non invasive di rilevazione. Nessun animale può essere usato a modello dell’uomo, perché le differenze sono fondamentali, a tutti i livelli, ad esempio: metabolismo, enzimi, sistema cardiovascolare, circolatorio, respiratorio, nervoso. Noi dobbiamo combattere la credenza generale che la scienza sia onnipotente. I vivisettori chiedono "Preferisci salvare un topo o un bambino?", per colpire l'emotività delle persone. Ma la vivisezione, ammazza il topo e fa diventare una cavia noi e i nostri figli, questa è la realtà dei fatti".