"Sono stato licenziato per giusta causa e ora non mi voglio sostituire ai tribunali, sarà il giudice del lavoro a valutare tutto...": parla Lorenzo Bernardi

04.08.2019 06:31 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
"Sono stato licenziato per giusta causa e ora non mi voglio sostituire ai tribunali, sarà il giudice del lavoro a valutare tutto...": parla Lorenzo Bernardi

Non solo la riforma, non solo il contratto di servizio fra Coni e Sport e Salute. A un certo punto della mattinata di ieri - come scrive Valerio Piccioni sulla Gazzetta dello Sport - l’attenzione del Consiglio nazionale si sposta un caso, che peraltro non è lontano dalla polemica sul «collegato sport» in discussione al Senato. Giovanni Malagò manifesta solidarietà Lorenzo Bernardi, che siede nel «parlamento» Coni in rappresentanza dei tecnici e che «è stato coinvolto – parole sue – in una diatriba che non è una lite fra marito e moglie, ma una questione che può riguardare tutto lo sport italiano».Giusta causa

Bernardi racconta come si è rotto il suo ultimo rapporto di lavoro con Perugia dopo la stagione in cui la Sir Safety Conad ha vinto la Coppa Italia ed è arrivata alla finale scudetto perdendo con Civitanova: «Sono stato licenziato per giusta causa e ora non mi voglio sostituire ai tribunali, sarà il giudice del lavoro a valutare tutto, è giusto che sia così. Ma una cosa è certa: se sono stato licenziato vuol dire che sono un dipendente, un professionista e non un dilettante». Proprio il «collegato sport» affronta l’argomento affidando al Governo una delega per giungere a una regolamentazione generale di tutto il «lavoro sportivo».

L’ora della svolta

Bernardi lo sa e sa anche che il suo è un caso che potrebbe fare anche giurisprudenza: «Credo sia arrivato davvero il momento di riconoscere una contrattualistica diversa per gli sportivi, per i tecnici e non soltanto per poche federazioni». Per Bernardi, uno degli azzurri della mitica era Velasco, «è arrivato il momento del professionismo». Condizioni che è per ora limitata a quattro discipline sportive in Italia, e solo al maschile: calcio (fino alla C), basket di A-1, golf e ciclismo. Nelle ultime settimane, complici i risultati della nostra nazionale di calcio femminile ai Mondiali, il tema è arrivato in copertina. Si parla di un intervento legislativo che dovrebbe assicurare sostanzialmente la nascita di una «terza figura», una sorta di semiprofessionismo. Una svolta che sarebbe aiutata da una serie di crediti di imposta concesse alle società interessate, a partire da quelle delle serie A femminile e della serie C , sempre nel calcio. Ma intanto il caso Bernardi, con la sua «misteriosa» giusta causa, fa pensare.