"Meglio allenarsi in qualità che in quantità: correre? Poco, perchè le articolazioni ne risentono"

29.09.2016 12:29 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
"Meglio allenarsi in qualità che in quantità: correre? Poco, perchè le articolazioni ne risentono"

Lamberto Boranga,ex portiere del Perugia, Reggiana, Fiorentina, Parma e Cesena è intervenuto ai microfoni di TMW Radio nella trasmissione Quelli della Notte, parlando di come si mantenga in attività con l'atletica, lui che nel 2011 ha difeso la porta del Papiano, una società della Seconda Categoria Umbra, all'età di 69 anni.

Un sacrificio che ha fatto?
"Di battere la Juventus 2-1...ne faccio tanti, non fumo, non bevo, sono vegetariano, ancora lavoro, ho la testa sempre limpida e serena. Sono cinque anni che sono diventato vegetariano, quando ho cominciato ad invecchiare. Quando giocavo a Firenze mi ricordo mangiavamo la bistecca anche a colazione...è una scelta di vita. Fumavo qualche sigaro...e qualche sigaretta. Dopo però debilita quindi...ho smesso. Per bere poi visto che vincevamo poco, bevevo anche poco. Musica? Coldplay, Bruce Springsteen".

"Totti? E' un professionista vero, lo è diventato sul tardi come lo sono diventato io, uno che gioca con quella determinazione lì, con quella motivazione che ha, e con quella classe e creatività, io credo che debba continuare. Deve essere lui a dire basta. Giocare in Serie A certo è dura e la sua gestione non è facile. Non voglio criticare nessuno però Spalletti fa fatica a gestirlo. Nella Roma con la sua classe può giocare ancora finché dirà lui di non aver più voglia".

Nel 2014 è diventato il campione del mondo di salto in alto nella categoria over 70, poi lancio del peso e salto in lungo lui si mantiene in attività...
"La gestione di me stesso era fondamentale e sono diventato un professionista a 27 anni. Quante ore mi alleno ancora? No io mi alleno in quantità ma in qualità. Io ho adibito la mansarda a palestra e la mattina lavoro una mezzoretta e poi vado a nuotare perché ti rimette a posto le articolazioni. Correre, corro poco, perché le articolazioni ne subiscono le conseguenze. Poi lavoro da mezzogiorno e se ho voglia alle otto quando torno faccio qualcosa."