"Livorno e Perugia arrivano alla loro sfida da squadre deluse ed è difficile dire chi la spunterà... ma che bravi Crescenzi, Parigini e Verre!"

27.11.2014 14:34 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
"Livorno e Perugia arrivano alla loro sfida da squadre deluse ed è difficile dire chi la spunterà... ma che bravi Crescenzi, Parigini e Verre!"

Dopo il pareggio nel derby umbro, il Perugia di Mister Camplone è chiamato alla difficile trasferta sul campo del Livorno. Quella di sabato però sarà una sfida particolare anche per un grande ex di entrambe le squadre, Serse Cosmi, perugino di nascita ma benvoluto in tutta Italia per la sua bravura ma anche per la sua grinta e la sua simpatia. "L'uomo del fiume", così come scritto anche nel titolo della sua autobiografia, è un personaggio sicuramente fuori dall'ordinario. Nel 2000, ad esempio, fu un certo Giovanni Trapattoni, allora Commissario Tecnico della Nazionale, a premiarlo come migliore sportivo umbro quando ancora era un giovane allenatore già capace però di ottenere cinque promozioni in dieci anni. Oggi, a distanza di 14 anni - come racconta la Lega calcio serie B - Serse Cosmi è famoso in tutta Italia e di strada ne ha fatta tanta. Ed è proprio lui che presenta la sfida di sabato pomeriggio al Picchi.
Cosmi, lei è perugino ed ha allenato il Perugia ottenendo sicuramente i migliori risultati nella storia recente del Grifone, con la vittoria in Intertoto e la partecipazione alla Coppa Uefa tra le altre cose. Che ricordi ha di quel periodo?
Il Perugia ha segnato il passaggio dalla Serie C di allora alla Serie A nella squadra della mia città e della quale, oltretutto, ero tifoso. È sembrata più una favola che un'avventura professionale. Sono stati quattro anni meravigliosi, straordinari per tutto: per contenuti umani, per storie personali ma anche per i contenuti tattici e tecnici che in quel momento erano di grande livello. A posteriori te ne rendi conto meglio e per questo direi che è stato il periodo più importante della mia carriera.
Nella stagione 2009/2010 invece è stato allenatore del Livorno. Che esperienza è stata quella sulla panchina dei labronici?
Livorno è stata una parentesi che ricordo sicuramente con piacere, perché allenare in quella città era un mio obiettivo ed una cosa che desideravo fare. Magari il dispiacere riguarda l'annata che è stata un po' particolare. Nonostante quando arrivai la situazione fosse quasi compromessa, comunque riuscimmo a battere la Roma, a vincere 7 partite e pareggiare anche con Juventus, Milan e la stessa Roma al ritorno. La squadra ha sempre dato il massimo e questa comunque è una cosa che fa piacere. Come dicevo, nonostante tutto, è stata pur sempre un'esperienza che ricordo piacevolmente.
Sabato prossimo al Picchi c'è Livorno-Perugia, due squadre che fin qui hanno fatto un percorso inverso: i grifoni dopo una partenza brillante hanno un po' rallentato mentre i labronici, dopo un inizio in sordina, hanno accelerato. Che partita sarà secondo lei?
Innanzitutto direi che anche gli obiettivi inizialmente erano diversi. il Livorno è partito per vincere il campionato, o comunque per tentare subito la risalita, il Perugia invece per conoscere un campionato che non ritrovava da dieci anni, portandosi dietro l'entusiasmo di una città intera e di una società che ha grandi progetti. È chiaro quindi che, visti i diversi obiettivi iniziali, è normale che anche il percorso non sia lo stesso, poi comunque, nonostante queste premesse, si ritrovano lì ad un punto di distanza. Il Perugia nelle ultime nove gare ne ha vinta solo una ma comunque è sempre tra le prime e ciò significa, innanzitutto, che la B è un campionato equilibrato ma anche che la squadra di Camplone era partita davvero bene. È difficile fare pronostici sulla gara di sabato perché entrambe vengono da due mezze delusioni, quella del Livorno è più forte perché comunque un 5-1, aldilà che sia maturato in circostanze molto particolari soprattutto perché, almeno nel primo tempo, non meritava assolutamente di andare in svantaggio, rimane sempre un risultato pesante e il Perugia invece aveva la possibilità di vincere il derby sfuggita poi sul finire e quindi la delusione c'è ed è tanta. Non so perciò come arrivano le squadre psicologicamente a questo match e fare pronostici diventa difficile.
Lei ha parlato di un campionato equilibrato ma, oltre a questo, che idea ha dell'attuale Serie B? 
La cosa più curiosa di questo campionato e che merita di essere sottolineata è che quasi tutte le squadre che negli ultimi due anni erano in Lega Pro si trovano al vertice di questo torneo. Questo ci deve far capire innanzitutto come vengono fatti gli organici: uno pensa di mettere assieme solo giocatori che vengono dalla A o hanno esperienza in B e vincere i campionati. Invece non è esattamente così. Si capisce da queste cose come sia importante una struttura o aver lavorato tanto tempo con lo stesso allenatore quindi credo che quanto stia accadendo possa servire da lezione a tutti. Una sorpresa ci può anche stare ma che Carpi, Avellino, Frosinone, Pro Vercelli, e Latina e Crotone lo scorso anno, siano lì in alto, dimostra come in B siano necessari dei requisiti che in altri campionati possano sembrare indifferenti.
Quali sono i calciatori che le hanno fatto una buona impressione fin qui?
A Perugia sicuramente ce ne sono tre e sono Crescenzi, Parigini e Verre che oltre ad essere giovanissimi hanno assolutamente la possibilità di giocare a buoni livelli in futuro, anche se adesso non saprei dire dove e quando. Poi, rimanendo in Umbria, a me piace molto Crecco della Ternana. Mentre per quanto riguarda gli attaccanti, il più forte in assoluto è Melchiorri del Pescara. Ma comunque ce ne sono tanti calciatori validi in questo torneo. La Serie A deve necessariamente ospitare questi ragazzi che hanno comunque più possibilità rispetto agli anni passati di emergere e farsi notare, soprattutto in un campionato come quello cadetto.