Il duro sfogo di chi ha regalato scudetti al Perugia per "un calcio che è slealtà, tradimeno e collusione"

Al Perugia ha dato tanto, vincendo due scudetti con la Primavera, nel 1996 e nel '97 e conquistando un secondo posto nel 1995. In quegli anni era l'allenatore del momento in Italia. Oggi Diego Giannattasio è un allenatore in pensione, ma più che mai attento a quanto avviene nel mondo del calcio. Questo il suo sfogo. "Innamorato del pallone fin da bambino sono cresciuto con l'idea fissa di fare, da grande, il calciatore. Mi sono diplomato in ragioneria ed ho cominciato a calcare i campi di calcio prima a livello dilettantistico e poi da professionista. Fondamentalmente non posso lamentarmi di come mi è andata, anche se posso recriminare su di una categoria non raggiunta e che forse avrei meritato. Non nascondo che fare il calciatore a certi livelli è stato il mio vanto ,quello dei miei genitori e degli amici. Mi ha dato la possibilità di vivere una vita economica discreta, di viaggiare, di conoscere, di ampliare il "parco" amici......Insomma non mi sono mai pentito di aver fatto questa attività invece che l'impiegato o il professore di educazione fisica. Erano, però, altri tempi.....Oggi, sinceramente, comincio a vergognarmi, pur non avendo alcuna responsabilità di questo calcio. Però badate bene amici: il calcio, più oggi che ieri, è il riflesso, lo specchio della vita sociale italiana. Rubano tutti ed è inutile specificare dove, in quale tessuto sociale il furto si sviluppa di più. L'anomalia,oggi è non rubare. Chi non partecipa alle ruberie è un cretino, un fesso e più si ruba e più si vuol rubare. Però, se ci sono ruberie nella vita sociale, da uomo di calcio sono addolorato che uno sport, che è stato la mia vita, sia finito in un vortice dal quale sarà difficile uscirne; uno sport che doveva insegnare altri valori e che invece è diventato sinonimo di slealtà, tradimento, collusione e guadagni facili. Scusate per lo sfogo".