Gigi Di Biagio e Rino Gattuso hanno parlato a Radio Onda Libera

12.01.2015 11:44 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
Gigi Di Biagio e Rino Gattuso hanno parlato a Radio Onda Libera

“Tra Juve e Roma sarà un duello sino alla fine con 2-4 punti di margine che non fanno testo aspettando la volata nelle ultime giornate”: l’ha detto Luigi Di Biagio, allenatore dell’Italia Under 21, ospite questa mattina a Radio Onda Libera.

All’Olimpico la conferma di un eterno Totti con tanto di selfie?

“Ero allo stadio ed è stato un bel derby. Nel primo tempo la Lazio ha fatto davvero grandi cose. Totti sembrava dover essere sostituito, poi è diventato l’autentico protagonista con quel gesto simpatico. Lui si conferma uomo simbolo che ha voluto festeggiare in modo speciale”.

Quale squadra l’ha sorpresa positivamente di più finora?

“Sampdoria e Sassuolo stanno evidenziando un buon calcio, valorizzando dei buoni giocatori”.

Quanto e come è cambiata l’Inter con Mancini?

“Soprattutto a livello mentale. E’ sotto gli occhi il cambiamento di una squadra che sta trovando i risultati e può giocarsela con tutti”.

Zola prova a risollevare il Cagliari: è stata anche una scelta di cuore quella dei sardi?

“Volevano dare un segnale per quanto stava accadendo. Zola sta crescendo dopo aver maturato esperienze importanti in Inghilterra. Magari si resta sorpresi del fatto che quando prendi Zeman sai che tipo di percorsi affronti e non possono bastare pochi mesi”.

Di Biagio e l’azzurro. A giugno la fase finale dell’Europeo Under 21 in Repubblica Ceca: non si è nascosto sulle ambizioni di arrivare almeno in semifinale, e su cosa farà leva soprattutto?

“La crescita dei ragazzi è evidente. Dobbiamo continuare su questa strada confidando che questi giovani possano mettere altro minutaggio del campionato nelle gambe. Punteremo su tante cose, dall’organizzazione al resto. Oggi non siamo i più forti ma possiamo competere”.

Cosa sta portando Conte di nuovo nel club Italia?

“Ci sono stimoli differenti rispetto al Mondiale dove s’è vista poca cattiveria. Oggi si vedono lo spirito e il senso di appartenenza”.

I nostri giocatori all’estero, dall’ultimo caso Scamacca agli altri: come valuta il fenomeno?

“Su Scamacca penso che sia una perdita enorme per il nostro calcio e per la Roma. E’ assurdo non poter mettere sotto contratto un ragazzo sotto i 16 anni. Credo che si debba fare di più per tutelare le società”.

A chi darebbe lei il Pallone d’Oro?

“Neuer, anche per evitare il dualismo Ronaldo-Messi”.

Queste le parole di Rino Gattuso:

“Il mio Pallone d’Oro a Neuer perché ha cambiato il modo di fare il portiere, per come si allena e sta in campo. E’ un libero, un giocatore aggiunto. Ho giocato con diversi campioni che l’hanno vinto, ma resto arrabbiato perché non l’ha preso Maldini, il compagno più forte che ho avuto”.

La Juve s’è presa la rivincita della Supercoppa al di là delle polemiche di De Laurentiis?

“Si è confermata la grande squadra che conosciamo. Sa soffrire e sa colpire, sa avere forza ed equilibrio. Si vede che è abituata a vincere. Allegri è uno pacato, lucido e non si piange mai addosso. Conte trasmetteva il suo carattere sanguigno. La Juve lascia sempre la sensazione di essere una squadra forte, quadrata, che sa tenere il campo”.

Nel derby all’Olimpico tanti rimpianti per la Lazio o grande reazione della Roma?

“Ho visto la partita e sicuramente la Lazio ha fatto benissimo nella prima parte. Poi Garcia è intervenuto bene, anche con le sostituzioni, e c’è stata la rimonta. Totti col selfie ha voluto immortalare un momento storico per gli 11 gol segnati nei derby che sono davvero tanti”.

Il Milan di Inzaghi è troppo discontinuo?

“Inzaghi sta facendo un buon lavoro, ha dato degli equilibri. Ora il Milan non è brillantissimo, anzi a Torino è andato proprio male, ma può lottare per il terzo posto”.

Le bandiere che allenano la propria squadra, come Inzaghi al Milan e ora Zola al Cagliari, come le vede?

“Dipende dal valore e da ciò che esprime il campo, non è una questione di bandiere anche perché i due lavori sono totalmente diversi. C’è una possibilità in più se uno allena bene ed è stato anche un giocatore importante di quella determinata squadra”.

Come si spiega il Parma passato dal campionato straordinario dell’anno scorso alle sofferenze con il rischio di retrocedere?

“Stanno incidendo svariate situazioni, dalla mancanza di un giocatore come Biabiany alle vicende societarie e l’esclusione dall’Europa League che ha lasciato strascichi. Ogni stagione è diversa dall’altra. Ma il Parma è vivo, secondo me può recuperare”.

L’Italia e Conte: è il connubio migliore possibile in questa fase storica?

“La Nazionale aveva bisogno di un allenatore così. Conte ha fatto benissimo alla Juve e credo che possa portare l’esperienza positiva in azzurro”.

Il caso di Gianluca Scamacca, l’attaccante classe 1999 che ha lasciato la Roma trasferendosi in Olanda al Psv Eindhoven, ricorda quando lei a 18 anni è andato in Scozia ai Rangers: sbagliano i club a lasciarsi scappare i giocatori?

“Ci sono i direttori sportivi e le società che fanno le scelte. Scamacca non aveva un contratto e ha deciso del proprio destino. Fa parte del gioco. Da noi non c’è molto spazio per i giovani che vengono utilizzati con poca continuità mentre gli stranieri sono tanti”.