Quante polemiche sul rugby a Perugia: interviene la società dei grandi e non mancano le accuse

13.08.2018 18:06 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
Quante polemiche sul rugby a Perugia: interviene la società dei grandi e non mancano le accuse

Questa la nota del Rugby Perugia. "Fino ad oggi, ci siamo volutamente tenuti fuori da ogni polemica con Junior Rugby, essendo nostra abitudine quella di lavorare e costruire e non avendo molto spazio da dedicare ai social network, strumento democratico, ma al contempo pericoloso e non sempre utile, offrendo a chiunque e per qualsiasi ragione, la possibilità di dire ciò che si vuole, a volte con un linguaggio che, grazie all’anonimato, offre agli istinti più bassi il modo scatenarsi. Preferiamo occuparci di Rugby giocato e di gestione reale delle cose, che fanno parte della quotidianità per una organizzazione complessa come la nostra. Grazie a questo lavoro ed alla correttezza gestionale, la nostra società, Rugby Perugia, è stata premiata come “virtuosa” dalla Federazione Italiana Rugby, per il 2017-‘18. Siamo una realtà, attiva sin dal 1969, impegnata da anni a promuovere il Rugby a tutti i livelli, dai bambini, alla Prima Squadra e che si appresta a disputare il Campionato Nazionale Maschile di Serie A per la quinta volta negli ultimi sei anni. Si capisce da ciò, quanto può esserci di intralcio e ci imbarazzi il dover replicare pubblicamente ad insensate provocazioni, avendo tutto da perdere nell’assecondare chi di queste cose ci vive, facendoci trascinare in contesti che preferiremmo evitare.

Le “tigri da tastiera”, sono uno delle tante specie umane fuoriuscite dal nuovo millennio; dietro lo schermo di casa, o in ufficio durante le pause di lavoro, si indignano, diventano aggressive ed affamate di verità, offendono senza riguardo per nessuno, tanto dopo un po’ ci si dimentica e si torna al lavoro, o ad accompagnare i figli a fare sport.

Per stile e cultura, siamo assai lontano dalle urla da talk show televisivo, preferendo confrontarci, quando è giusto farlo, in altre sedi, come in effetti abbiamo fatto, partecipando a tutti gli incontri nei quali avesse motivo la nostra presenza tramite un legale, seguendo un corretto modo di esporre le cose attraverso i fatti e non le emozioni.

Intendiamo quindi, prendere da subito le distanze da qualsiasi tentativo pretestuoso di sollevare polemiche, da parte di individui che, evidentemente, hanno poco da perdere ed amano farsi pubblicità all’ombra degli altri.

Si utilizza quindi, con estrema spregiudicatezza, il nome del nostro Club e la questione relativa ai campi da noi gestiti, allo scopo di ottenere “audience” e di intimidire persone ed uffici pubblici competenti, mediante lo spauracchio del pubblico giudizio, con ricostruzioni del tutto inventate e senza il minimo pudore.

Invitiamo, chi legge, a fare le dovute differenze ed analizzare la realtà che andremo a descrivere.

Abbiamo il Rugby Perugia, Società apicale umbra, con rilievo nazionale, che da anni investe nel movimento, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti e mantiene a proprie spese, senza l’aiuto economico delle istituzioni, le strutture affidategli.

La stessa Società, per la stagione 2018-2019, ha già avviato un programma di investimenti, atto a portare importanti migliorie a campi e strutture.

Abbiamo, dall’altra parte, una società con 80, forse 100 praticanti Under 14, che vive anche grazie al riflesso positivo procuratogli dai risultati e dal lavoro di Rugby Perugia, tanto da utilizzare affianco al nostro nome la parola Junior, così da indurre molti a credere che si tratti della stessa realtà, cosa ovviamente non vera.

A questa seconda società, in almeno un paio di incontri, negli ultimi due anni, si è anche proposto di unirsi a noi, credendo con ciò di fare qualcosa di utile per loro e per tutto il movimento.

Ovviamente, la proposta prevedeva la perdita di parte della propria autonomia da parte della Junior Rugby, ma i loro ragazzini ne avrebbero sicuramente guadagnato.

La risposta, è stata negativa, tanto da preferire per i loro ragazzi Under 14, mandarli ad allenarsi e giocare vicino a Città di Castello, con una società creata ad hoc e forse già sciolta, assieme alla squadra del posto.

Questo sistema però non vale per i figli del presidente e del suo vice, che giocano con noi e di ciò ne siamo contenti e non altrove, in altri Club della regione.

Noi, non abbiamo niente a che fare con i metodi della Junior Rugby, né con i suoi dirigenti.

Il nostro Rugby, è fatto di una struttura societaria ed organizzativa seria, che tutti a Perugia e in Italia conoscono; abbiamo cinquecentottanta tesserati, dai bimbi di sei anni, ai giocatori della Serie A e tra questi nostri atleti, come dicevamo sopra, anche i figli del presidente e del vice presidente della stessa Junior Rugby.

Mandereste vostro figlio a giocare per anni in una squadra ed in una Società che ritenete così scorretta? Ci dicano presidente e vice presidente della Junior se, malgrado ciò che da tempo scrivono e fanno contro di noi, i propri ragazzi hanno subito una qualche forma di pressione o di emarginazione.

Fatte queste lunghe, ma doverose premesse, veniamo al merito della polemica, ovvero la gestione
dei campi da Rugby e Baseball di Pian di Massiano e le annesse strutture da parte nostra, Rugby Perugia.

La Junior Rugby ed il suo presidente in particolare, vorrebbe entrare nella programmazione di spazi ed orari, senza averne titolo, non essendo il gestore e, cosa che più conta, non contribuendo in alcun modo al mantenimento.

Ciò, per un presunto diritto dato dal fatto che i campi sono “di tutti” essendo comunali.

A cosa servirebbe allora esserseli aggiudicati e pagarne le spese, se non si avesse il diritto di fare in autonomia anche la gestione degli spazi, pur in osservanza degli obblighi di Convenzione con il Comune?

Immaginiamo, che l’area in questione sia un appartamento e che l’unico campo in erba, sia il “salotto buono” dove ospitate gli amici la domenica e qualche volta guardate la TV.

Bene, prendete in affitto dal Comune di Perugia l’appartamento e ve lo aggiudicate regolarmente con apposita gara, vinta su altri pretendenti.

Il contratto di aggiudicazione , che sarebbe la nostra “Convenzione”, vi obbliga a dare in utilizzo il 20% dell’appartamento, di cui voi pagate affitto, manutenzione e bollette, ad uno, o più richiedenti, perché così è previsto dal contratto.

Il richiedente vi pagherà una cifra agevolata secondo tariffe comunali (nel nostro caso € 12,00/h.), praticamente nemmeno sufficiente a far fronte ad una delle bollette.

Immaginiamo ora, che questa terza persona, che non si è aggiudicata la casa come voi e che non la mantiene, voglia anche decidere quali stanze occupare, incluso il “salotto buono” ed in quali orari.

Il tutto, senza attendere che siate voi, conduttori dell’appartamento, ad indicare spazi ed orari di utilizzo.

Tradotto nel caso in questione, ci siamo aggiudicati i due campi da rugby, uno in erba, l’altro in terra, il campo da baseball e le annesse strutture, per 10 anni, a partire dalla stagione 2017/2018.

Le società, che al momento hanno fatto richiesta di spazi sono, oltre alla Junior Rugby, anche tre società di baseball, una di football americano ed una di rugby, che svolge attività seniores.

Ne consegue, che Junior Rugby non è l’unica società a cui spetta il famoso 20% di quota ed altre realtà avrebbero non meno diritto e precedenza nell’utilizzare gli spazi disponibili.

Ciò nonostante, abbiamo dato precedenza alle richieste della Junior, mettendo a disposizione, solo per lei, l’intero 20% ed accordandoci con baseball e le altre due realtà.

Abbiamo quindi reso disponibile alla Junior dal lunedì al giovedì il campo di allenamento in terra, dove si allenano anche le nostre squadre e due spogliatoi, dal lunedì al giovedì, orario 14,30-17,30.
Si tratta di dodici ore settimanali.

Vi sembra poco? Alla Junior sembra così poco da considerare la nostra offerta inaccettabile ed a teorizzare l’esistenza di fantomatici rapporti tra la nostra società e le istituzioni, che come è noto non ci danno un centesimo per la gestione.

Recentemente, si sono pure inventati un video, diffuso ovviamente su Facebook, in cui vengono mostrate le disagiate condizioni del campo in terra, ovviamente girato in agosto, prima che il nostro addetto alla manutenzione abbia provveduto alla preparazione del campo.

Sul modo in cui questi signori ed il giornalista/videomaker siano entrati nel campo, ci riserviamo di indagare e procedere in seguito.

Riassumendo: offriamo alla Junior dodici ore alla settimana, quattro giorni su cinque e questo non gli va bene.

Viene fuori che vorrebbe anche il campo in erba e pure il venerdì.

Il campo in erba, che serve per le partite di campionato e per gli allenamenti, secondo qualsiasi buona logica va preservato e comunque, ha delle percentuali di utilizzo ma nome che, ci sembra giusto riservare in esclusiva per noi.
Quanto al venerdì, si capisce che una Società sportiva come la nostra, con tre squadre che fanno campionati nazionali, utilizzi questo giorno per gli allenamenti di rifinitura. Cosa c’è di anomalo rispetto al resto del mondo? Qual’è il sopruso che faremmo ai danni degli altri?

Di norma si fa una richiesta di spazi al gestore, o al titolare di una struttura, si riceve una risposta su ciò che può essere messo a disposizione e, se risponde alle esigenze si accetta, anche accomodandosi un po’, altrimenti si dice “no grazie” e si va altrove.

Da noi, sembra non essere così: si pretende, senza alcun diritto, di scegliere dove e quando allenarsi, come se a gestire le strutture non fossimo noi.

Se poi non si riceve la risposta secondo le proprie pretese, ci si rivolge al Comune, Sindaco, assessori, funzionari a capo degli uffici addetti.

Crediamo sia arrivato il momento che gli uffici comunali intervengano e prendano una posizione chiara a riguardo, perché, su questo siamo d’accordo, sono pagati da tutti noi per farlo.

Siamo nel pieno diritto, ci siamo aggiudicati una struttura che gestiamo nel rispetto della convenzione firmata.

Se abbiamo preso la gestione, evidentemente ne avevamo titolo e nel momento in cui, firmato l’accordo, spendiamo denari su impianti di sua proprietà, il Comune, ha il dovere di tutelarci.

Viceversa, se il Comune ritiene che la nostra gestione sia non corretta, agisca di conseguenza, faccia il proprio dovere, ma non ci chieda di sostituirci a lui nel dare risposte, né lui a noi nell’entrare in questioni relative alla gestione diretta.

Gli uffici comunali, non devono entrare nella gestione, devono dire se noi rispettiamo, o no la Convenzione firmata.

Sia il Comune di Perugia, a dirci se non rispettiamo la Convenzione e si assuma la responsabilità dei propri atti, evitando di farci spendere tempo e denaro inutilmente.

Rugby Perugia Ssdrl