Lex tecnico del Perugia Nevio Scala ospite questa mattina a Radio Onda Libera

23.11.2015 11:47 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Lex tecnico del Perugia Nevio Scala ospite questa mattina a Radio Onda Libera

“L'Inter prima stentava ma adesso sta crescendo e assomiglia tanto al Milan di Capello che vinceva spesso di misura. Il lavoro di Mancini sta dando i suoi frutti. Mi piacerebbe conoscere Sarri che sta facendo grandi cose e al Napoli ha portato tranquillità. Higuain è diverso dal passato, oggi non si lamenta ma si sacrifica e corre sentendosi parte del progetto. Faccio anche il tifo per Paulo Sousa che ho allenato al Borussia Dortmund e fa esprimere bene la Fiorentina. A Bologna non si doveva giocare, io mi sarei rifiutato. La Juve sta tornando ed è concreta, può competere per lo scudetto pur se davanti non ha una sola squadra e questo complica le cose. Col Manchester City non la vedo così difficile, gli inglesi non stanno attraversando un buon momento vista la pesante sconfitta contro il Liverpool. Il Milan ha problemi d'organico e non solo. Il Parma è rinato, io sto ancora studiando da presidente e l'entusiasmo della gente con diecimila abbonati ha metabolizzato quanto è accaduto”: l'ha detto Nevio Scala, presidente del Parma, ospite questa mattina a Radio Onda Libera.

Come vive questo nuovo ruolo da presidente?

“Sto studiando e mi pongo soprattutto il problema di non interferire nel lavoro dei tecnici. La città si aspetta tanto, la gente ha risposto con diecimila abbonati che sono un record penso irripetibile nei dilettanti. Siamo partiti tardi per le vicende legate al fallimento: abbiamo fatto di necessità virtù e ci vorrà tempo per tornare a certi livelli”.

Parma ha metabolizzato quanto è accaduto?

“Sì, c'è stata una reazione forte e convinta di tutto l'ambiente. I tifosi mi fermano e mi ricordano le delusioni per quanto è successo ma al contempo esprimono tutta la voglia di reagire”.

Guidate il girone D della Serie D con 4 punti di vantaggio sul Forlì: com'è questo campionato?

“E' un girone particolarmente duro ed equilibrato con diverse squadre di notevole caratura. Nulla è scontato. I risultati ci soddisfano, andiamo avanti così”.

L'Inter ha fatto 4 gol al Frosinone: è una notizia visto che aveva vinto sempre di misura?

“Fino a ieri sera stentava ma cresce e il lavoro di Mancini sta portando buoni frutti. Mi ricorda tanto il Milan di Capello che vinceva spesso di misura”.

Higuain e Insigne dove possono portare il Napoli?

“Mi piacerebbe conoscere Sarri. Sta fecendo grandi cose e ha portato al Napoli la tranquillità. E' un'altra storia rispetto a Benitez. Sarri e Paulo Sousa, che ho allenato al Borussia Dortmund, hanno dato un'ottima impronta. Faccio il tifo per Sousa. Higuain è diverso dal passato quando si lamentava sempre, adesso si sente parte integrante del progetto, si sacrifica e corre”.

A proposito di Benitez, avrebbe mai sostituito Ancelotti con lui?

“Madrid è un ambiente particolare. Ne sono qualcosa visto che sono stato vicino ad allenarci e rinunciai perché non c'erano le condizioni per agire in modo autonomo come allenatore. Mi ha fatto un certo effetto vedere il Real contro il Barcellona devastante, a cui non ha opposto la benché minima resistenza”.

A Bologna si è giocato sotto il diluvio su un campo impossibile: Garcia si è lamentato parecchio, ha ragione?

“Io mi sarei rifiutato di giocare su un campo del genere. Non so i motivi per cui si costringono i giocatori a remare e non a giocare. Si vedevano le condizioni impossibili. Gli arbitri evidentemente rispondono a logiche diverse”.

La Juve con tre vittorie consecutive è tornata in corsa per lo scudetto?

“La Juve compete a tutti i livelli, ha grande concretezza, anche se per lo scudetto è un po' complicato non avendo una sola squadra davanti ma diverse. Contro il Manchester City non la vedo così difficile anche perché gli inglesi non stanno attraversando un buon momento come dimostra l'ultima pesante sconfitta contro il Liverpool”.

Quali sono i veri limiti del Milan secondo lei?

“Ci sono problemi d'organico non all'altezza di altre squadre. Ci sono altre questioni difficili da giudicare dall'esterno”.

Lei è stato un apripista per gli allenatori italiani all'estero: cosa c'è di diverso soprattutto?

“Affrontano e vivono le cose in modo completamente differente. Guardano partita per partita senza andare troppo lontano. Si godono le vittorie quando arrivano. Io lasciai l'Italia per curiosità anche se all'inizio avevo molti dubbi. Oggi consiglio a tutti gli allenatori di fare esperienza fuori se ne hanno la possibilità”.