La mappa del contagio a Perugia e non solo: Ponte d'Oddi, San Sisto e San Mariano tra le zone più colpite

24.03.2020 15:01 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
La mappa del contagio a Perugia e non solo: Ponte d'Oddi, San Sisto e San Mariano tra le zone più colpite

Scrive Erika Pontini su La Nazione che Perugia conta 174 positivi – con una concentrazione nelle aree di Ponte D’Oddi, San Sisto, fino a San Mariano – , segue Terni con 66 malati e poi Città di Castello (dove si è registrato il primo decesso con Covid - 19) che arriva a quota 52, secondo i dati della Protezione civile. Le quarantene nel tifernate hanno raggiunto quota 400 sul totale di 2.274. Ma nella mappa umbra dei contagi, seguendo le aree di maggiore concentrazione spiccano anche Castiglione del Lago con 13 casi, altrettanti a Città della Pieve (una delle prime zone colpite) e poi San Giustino (10), Spoleto (10). Da segnalare la situazione di Gualdo Cattaneo (ben 13) dove si indaga su una festa di laurea che potrebbe aver diffuso il virus e Orvieto (28) con il Festival del Tango che potrebbe aver veicolato il contagio di casa in casa. Salgono i malati a Corciano (9), Gubbio (17), Torgiano (8) e Assisi (11). A Montecastrilli dove si è registrato il ’paziente 1’ umbro invece i malati sono rimasti solo 2. Foligno (terza città umbra) si attesta sui 14 positivi che, in tutta la regione, sono 537. E tra questi meritano menzione a parte i 16 operatori sanitari del Santa Maria della Misericordia, oltre a medici e infermieri sparsi per tutta la Regione. Solo per indagare sui possibili contagi del personale dell’ospedale (compresi alcuni amministrativi dell’Ellisse) sono stati analizzati ben 300 tamponi di colleghi ma anche amici e parenti per individuare il punto di contatto-contagio. E ieri è stata direttamente la Regione a rendere noto che il laboratorio di Microbiologia, diretto dalla professoressa Antonella Mencacci, ha processato in totale 3561 tamponi, con un’attuale media di 300/350 kit al giorno per l’analisi molecolare dell’infezione da ’Sar-CoV2’, come il Covidv è chiamato fagli scienziati. Solo ieri ne sono stati fatti ben 520. Test che provengono sia dal territorio che dagli ospedali della Usl 1. «Da metà marzo – spiega la dottoressa Maria Donata Giaimo, che fa parte dell’Unità strategica di raccordo per l’emergenza Coronavirus, attivata nell’ambito della Task Force regionale - la Regione ha ritenuto di allargare la rete dei laboratori con il Dipartimento di diagnostica di laboratorio e immunostrasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Terni e con l’Istituto Zooprofilattico delle Regioni Umbria e Marche». «Attraverso i tamponi orofaringei in pazienti sospetti di avere l’infezione, perché presentano sintomi come febbre, tosse, congiuntivite, cefalea viene cercato il virus: questa attività diagnostica non si basa sull’utilizzo di Kit commerciali, ma su una metodica approvata dall’Istituto Superiore di Sanità e non alla portata di qualunque laboratorio. Il coronavirus è un virus completamente nuovo, che ha trovato gli esseri umani indifesi dal punto di vista immunitario – spiega la dottoressa Giaimo – altamente contagioso, di conseguenza l’infezione si propaga con grande facilità tra le persone». Secondo l’esperta «il tampone deve essere effettuato solo sui pazienti che presentano sintomi, con l’obiettivo, non solo di confermare la diagnosi, ma anche e soprattutto, per rintracciare tutte le persone che nelle 48 precedenti l’insorgenza dei sintomi sono state in contatto con il paziente positivo. Per questa ragione – continua Giaimo - i soggetti senza sintomi non dovrebbero fare il tampone, perché un tampone negativo non esclude che la persona a cui viene eseguito abbia una carica virale ancora talmente bassa da non permettere ai test di rilevare il virus. Un tampone negativo quindi, non esclude l’infezione ed è perciò necessario un secondo tampone dopo 24 ore». La Usl è al lavoro anche per rafforzare le squadre di sorveglianza mentre in settimana partiranno anche le unità speciali di medici che svolgeranno attività di monitoraggio telefonico e di visita ai pazienti positivi in quarantena nel proprio domicilio.