"Il flop della nostra atletica ai mondiali di Pechino? Io la penso così..."

02.09.2015 23:06 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
"Il flop della nostra atletica ai mondiali di Pechino? Io la penso così..."

Sono i giorni del grande dibattito sull'atletica e del processo al sistema, dopo il flop ai mondiali di Pechino. Sul momento attuale interviene Salvatore Turco, allenatore di lungo corso e preparatore di vari atleti, oltre che responsabile tecnico del Cdp Atletica Perugia. “Magnani direttore tecnico dice: i nostri tecnici non conoscono l'inglese, come fanno ad aggiornarsi?. La colpa è sempre degli altri! Il problema sta nell'inglese? Un tecnico in Italia è l'unica persona che ancora crede in qualcosa, ha degli ideali, è non ha nessun fine se non quello di allenare lavorando con i mezzi che la nostra bella nazione mette a disposizione (campi di atletica con piste vecchissime, con palestre fatiscenti, il più delle volte deve lottare con società che gestiscono l'impianto che il più delle volte sono squadre di calcio), deve lottare con un sistema scolastico dove a differenza di altri stati la promozione dello sport è nulla, deve combattere con una società dove la dedizione, il sacrifico, l'osare, realizzare, sono passati di moda, deve lottare con lo stipendio del fine mese perché chi allena in Italia lo deve fare gratis, quindi è obbligato a fare altro. Come gestisce il recupero di un atleta (fisioterapia, alimentazione)? Come gestisce il rapporto con la scuola, la famiglia, le competizioni? Questi punti come voi ben sapete hanno un costo. Va bene, qualcuno potrebbe dire vai all'estero che le cose cambiano ... Ok! Sono il primo a dirlo "scappa da questa nazione ormai morta dove tutti pensano di sapere ma nessuno si rimbocca le maniche". Alcuni atleti hanno scelto questa via, ma come tutti sappiamo le cose non sono andate come si pensava. In Italia lo sport è diventato una chiacchiera da bar, dove tutti dicono il contrario di tutto, più passa il tempo e più si crea una confusione abissale (provate ad immaginare una discussione che ora non c'entra niente con questo discorso ma per far capire il polverone che si alza pronunciando solo la parola "squat" con i suoi angoli e percentuali). Il nostro sport sta morendo, non sono deluso da questi risultati, ma ferito nell'orgoglio, odio vedere i nostri ragazzi buttati nell'arena di Pechino a prendere le "botte" dalle altre nazione e come non bastasse ricevere critiche gratuite che poi non sono altro che la cartina tornasole del nostro sistema. Non è mia intenzione offendere nessuno, se così è… chiedo venia in anticipo”.