Che senso ha il tenere chiusi parrucchieri ed estetiste se poi si lavora in nero a casa? In effetti...

06.05.2020 15:00 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Che senso ha il tenere chiusi parrucchieri ed estetiste se poi si lavora in nero a casa? In effetti...

Tutti sanno e nessuno parla. Anzi, qualcuno lo ha fatto. «Nei prossimi giorni presenteremo una denuncia alle Forze dell’ordine per segnalare i casi di abusivismo che si registrano nel nostro settore. Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso e siamo in grado di indicare i nomi». Marcello Meffi parla per conto della sua categoria, quella degli acconciatori e barbieri, ma anche dei centri estetici. Oltre alle evidenti difficoltà del momento, gli operatori segnalano l’attività di vari operatori abusivi che risulta dannosa in un periodo come questo. «E’ nociva per due motivi facilmente comprensibili – dice Meffi – da un lato perchè gli abusivi creano un danno a noi regolari che siamo costretti a stare fermi ormai da oltre due mesi mentre i contro costi continuano ad esserci, ma accanto alla questione economica c’è anche quella sanitaria perchè questi lavoratori irregolari, alcuni dei quali in pensione, continuano ad operare a casa dei clienti senza adottare quelle misure di sicurezza per le quali noi ci siamo invece attrezzati all’interno dei nostri locali, in attesa di avere indicazioni certe sulla data della possibile riapertura». Intanto, parrucchieri, barbieri, estetiste di Magione hanno scritto alla Regione. «Chiediamo collaborazione affinché le nostre piccole aziende possano ripartire in sicurezza e in tempi stretti. Non sappiamo ancora oggi quando potremo riaprire le nostre attività e quindi ricominciare a lavorare, ma confidiamo nella governatrice Donatella Tesei e nel Comune di Magione di ripartire prima del 1 giugno». Chiedono gli artigiani: una moratoria per tasse e tributi comunali per il tempo equivalente al periodo di chiusura; un protocollo chiaro riguardo la sanificazione; flessibilità su orari di apertura con un margine temporale che va dalle 8 alle 22 e senza obblighi di chiusure settimanali, cosi da non lasciare i dipendenti a casa; la possibilità di poter ospitare 1 cliente ogni 15 mq di negozio; di effettuare il servizio a domicilio che sarà dimostrabile tramite scontrino fiscale e garantendo i standard di protezione con l’ausilio di mascherine , visiere, guanti e materiali usa e getta. Infine chiedono di consentire a tutti i saloni di settore, l’applicazione di una tariffa simbolica nominata come «kit personale» che prevede tutto il materiale monouso a 3 euro.