Appena 20 anni e dovrà essere lei a garantire le pari opportunità a tutta la comunità di Corciano

20.07.2018 19:28 di Redazione Perugia24.net   vedi letture
Appena 20 anni e dovrà essere lei a garantire le pari opportunità a tutta la comunità di Corciano

“Sono convinto che Sara, con l'umiltà e il garbo che la contraddistinguono, saprà svolgere al meglio questo nuovo importante compito. A lei i miei migliori auguri, oltre che tutta la mia fiducia”. Così Cristian Betti, sindaco di Corciano ha commentato la recentissima nomina di Sara Motti, a consigliera alle pari opportunità. La giovane, di appena 20 anni, è fresca di elezione nell’Assemblea legislativa corcianese nella fila del Pd. Diplomata al liceo delle Scienze Umane ed attualmente studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università di Perugia è alla sua prima esperienza amministrativa affrontata, dice lei stessa, con la consapevolezza e la volontà di “dare il mio contributo attivo con l’obiettivo di rendere l'amministrazione alla portata di tutti, di includere in essa soprattutto i giovani, sempre più distaccati dal discorso politico, per portare avanti anche nel futuro la tradizione di una Corciano sempre più comunità inclusiva”. Per quanto riguarda la delega ricevuta, aggiunge “affronterò questa esperienza nuova con grande umiltà, nella consapevolezza della sua importanza. Ho già preso contatti con chi mi ha preceduto (la ex consigliera Emanuela Boccio, già capogruppo Pd e presentatasi alle ultime amministrative con Liberi e Uguali – ndr) per una sorta di passaggio di consegne”. Del lavoro fatto nel quinquennio precedente, Sara dice di avere apprezzato molto gli stimoli di riflessione sollecitati dalla scuola “il Premio 8 Marzo – sottolinea – è stato davvero importante. Mi prefiggo di proseguire in questo impegno, aggiungendo, per quanto possibile, motivazioni personali ed ulteriori fronti di valorizzazione di tematiche attuali e, purtroppo, di evidenza pubblica soprattutto nei loro risvolti più negativi. Portare avanti le pari opportunità, piuttosto che discuterne – conclude – dovrebbe essere una modalità pressoché quotidiana”