Ancora il rugby in primo piano! Nuovo durissimo comunicato del Rugby Perugia Junior

09.09.2017 11:39 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Ancora il rugby in primo piano! Nuovo durissimo comunicato del Rugby Perugia Junior

Nuovo comunicato diffuso oggi dal Rugby Perugia Junior. "Quindi la replica del Rugby Perugia sarebbe tutta qui?

Ci aspettavamo di leggere qualche giustificazione, per quanto timida e maldestra, su un atteggiamento, il loro, che è e resta un sopruso, un illecito, un'offesa allo sport e alle regole del vivere civile. Invece niente di tutto questo.

Andiamo per ordine replicando punto su punto: il Rugby Perugia di Alessio Fioroni ha ottenuto la gestione del campo l'anno scorso (e su modi e termini della concessione c'è stato un altro inghippo torbido sfociato in un nostro ricorso al TAR dall'esito sostanzialmente favorevole, ma questa è un'altra storia); in estate lo stesso Rugby Perugia ha restituito tutto al Comune per l'eccessiva onerosità della gestione, tanto che il Comune, lo scorso agosto, ha rimesso nuovamente a gara l'affidamento; gara alla quale anche la nostra asd parteciperà, avendo manifestato nei termini l'interesse a farlo.

Il Comune, nelle more della procedura di affidamento ha restituito al Rugby Perugia la gestione provvisoria dell'impianto per tutto il mese di agosto.

Alla nostra richiesta di effettuare gli allenamenti di una nostra squadra Under 14 nelle ultime due settimane del mese, il Rugby Perugia incredibilmente rispondeva negando ogni accesso e rivendicando (testuale) l' “uso esclusivo del campo” (!).

Richiesta di chiarimenti su chi e quando avesse stabilito ciò, la stessa società replicava con una mail che merita di essere riportata testualmente per il tono di impunita prepotenza che ha contraddistinto l'atteggiamento del Rugby Perugia in tutta la vicenda: “Lo ha stabilito il gestore Rugby Perugia.
Se avete delle rimostranze in merito, provate a rivolgervi al Comune di Perugia”. Una intimazione esplicita a sottomettersi al diktat e una sfida sfrontata a coinvolgere pure il Comune sulla questione.

Fatto sta quindi che le prime due settimane della stagione le abbiamo svolte fuori (spogliatoi del Montemorcino e prati del Percorso Verde) pur con il campo da rugby del tutto vuoto.

Il 1 settembre il Comune allungava ulteriormente la proroga in favore del Rugby Perugia fino al nuovo affidamento; il giorno dopo (2 settembre) lo Junior ha inviato il planning degli allenamenti: nessun ritardo quindi, ma una comunicazione più che tempestiva, peraltro già anticipata agli uffici comunali.

Il nostro planning è stato presentato sulla falsa riga di quello dell'anno scorso facendo attenzione a non sovrapporre nessun allenamento con quelli delle squadre del Cus-Rugby Perugia. Del resto sono ormai anni che l'attività dello Junior si incastra con quella delle altre squadre, e sempre senza particolari problemi: si trattava semplicemente di replicare una prassi consolidata, con pochissime aggiunte.

La risposta del gestore è stata un mix di provocazione e dispetto: niente allenamenti il lunedi sera, niente allenamenti su campo in erba (sia esso il centrale, quello a fondo campo o quello del baseball), ma solo sul “sabbione” (così viene eloquentemente chiamato il campo in terra battuta), un solo spogliatoio anziché due, niente Club House (ma il bar chissà perché rimane aperto…) e soprattutto chiusura totale il Venerdi (perché? Mistero…).

Le considerazioni che svolge il Rugby Perugia nella nota di replica a proposito del campo da gioco sono irritanti: a voler pensare bene vogliamo immaginare che l'estensore di quelle righe non abbia mai messo piede al campo da rugby. Se lo avesse fatto, anche sporadicamente, saprebbe che il “sabbione” nei mesi estivi, e almeno fino alle prime piogge, è off-limits per chiunque perché troppo duro e di fatto impraticabile.

Ci spiegherà, diversamente, come mai in queste prime settimane di allenamento nessuna delle altre squadre diverse dal Minirugby (prima squadra, seconda squadra, Femminile, Under 18, 16, 14 e persino gli Old) ha mai calpestato nemmeno con un tacchetto la terra battuta del sabbione e perchè invece tutte hanno – giustamente – svolto le loro sedute sugli altri spazi erbosi.

I loro giocatori sull'erba, ma i bambini di 5 anni a mangiare la polvere e a strofinarsi gomiti e ginocchia sul duro: questa è - al momento - la distribuzione degli spazi imposta dal Presidente Fioroni. Anche quando (cioè sempre) sull'erba non c'è nessuno.

I “lavori di adeguamento” (ovvero lo sfalcio degli arbusti, alti fino a 70 cm.), oltre a non cambiare la sostanza della situazione, sono stati fatti solo dopo apposito sollecito e non certo perché programmati. Fatto sta che, anche prima di essi, i bambini sono stati fatti accomodare sul sabbione.

In ogni caso le chiacchiere stanno, come si dice, a zero: il Regolamento Comunale, così come la Convenzione (art. 7), prevede l'obbligo per il gestore di riservare una percentuale di spazi alle altre società e vale comunque la regola del massimo utilizzo. Che vuol dire che se uno spazio è libero il gestore DEVE metterlo a disposizione di chi lo richiede e non può negarlo senza motivo, tanto più per dispetto o ripicca.

Non solo: persino l'accordo firmato tra Rugby Perugia e Junior la scorsa stagione (e automaticamente prorogato) prevede all'art. 2 per il Minirugby il campo in erba e due spogliatoi (e non uno soltanto).

L'atteggiamento del gestore quindi, oltre che meschino per la noncuranza mostrata verso gli utilizzatori, è una smaccata violazione sia di norme comunali che di regole contrattuali.

Idem per il Venerdi, giorno in cui tradizionalmente, da che mondo è mondo, si svolgono gli allenamenti del Minirugby: ieri 8 settembre ci è stato impedito (con tanto di lucchetto ai cancelli) l'accesso al campo. Ovviamente deserto e libero.

Perchè il Venerdi pomeriggio il campo deve esser chiuso? Il Rugby Perugia non lo dice, nemmeno nell'ultima replica, così come non spiega il diniego del campo di fine agosto.

E il Comune controllore cosa ha ha fatto fin qui? Niente, se non ribadire beffardamente con la mail del 1 settembre che il gestore deve attenersi alle regole di cui sopra. Regole che sono rimaste lettera morta perché se il gestore fa i suoi porci comodi e nessuno interviene nonostante le lamentele, vanno a farsi benedire le leggi, i contratti e i regolamenti.

Sulle “inconsapevoli famiglie usate come strumento di persuasione nei confronti delle istituzioni sportive (Coni/FIR) e di governo locali” ci piacerebbe che il Rugby Perugia facesse chiarezza e ci ricordasse un accadimento, un episodio, una circostanza in cui siamo andati a chiedere qualcosa, servendoci di genitori-burattini, al CONI (?), alla FIR (???) o agli enti locali.

Sulla faccenda del “casino in Comune”, come ormai sanno anche i muri, è più di un mese che ci sbattiamo tra colloqui, richieste, email, telefonate e quant'altro per cercare una soluzione “senza casino”. Con risultati pari a zero.

E' ovvio che in queste situazioni, quando le strade del colloquio istituzionale vengono fatte morire contro i muri di gomma, se ne cercano altre, compresa quella della legittima pressione sugli organi della Pubblica Amministrazione da parte dei privati cittadini che stanno subendo un sopruso e che riscontrano la sterilità degli approcci tra rappresentanti. Non è “casino”, è legittimo desiderio di lottare per i propri diritti e di reagire alle prepotenze.

Sulla questione voti si può stare tranquilli: non abbiamo né cugini assessori, né parenti consiglieri né amici candidati sindaci a cui tirare la volata. Non abbiamo nessuna elezione da vincere, ma vorremmo solo fare in serenità e nel rispetto della legalità quello che abbiamo sempre fatto. Un'ultima notazione in risposta alla più provocatoria delle affermazioni fatte, quella per cui il Rugby Perugia Junior “nega pagamenti respingendo le fatture”: due righe buttate là senza troppa convinzione per agitare il dubbio su un nostro presunto inadempimento agli obblighi contabili".

Ovviamente siamo certi che non sia questa la ragione del boicottaggio contro di noi, che risiede invece nel disperato tentativo di sabotare la nostra attività, non sopportandosi l'idea di una nostra autonomia come Club e come gruppo, non più gallina dalle uova d'oro da sfruttare come serbatoio a tempo indeterminato, ma entità libera che vuol camminare con le proprie gambe dopo la scissione voluta dallo stesso Rugby Perugia tre anni fa e le reiterate vessazioni che ne sono seguite.

Se fossero le fatture la ragione dell'ostruzionismo, allora la soluzione della vicenda è a portata di mano.

Abbiamo detto, spiegato e dimostrato in tutte le salse che noi non dobbiamo un centesimo a nessuno, men che meno al Rugby Perugia asd, il cui avvocato ci ha chiesto più volte di pagare e altrettante volte ha ricevuto dettagliate e documentate spiegazioni sul perché non deve insistere.

Nessuna contro obiezione è mai stata portata a sostegno del credito vantato.

In un sistema normale (sempre che sia questa la ragione giuridica del diniego della struttura pubblica: di altre non vi è traccia), l'ente pubblico chiederebbe lumi alle parti e valuterebbe, anche sommariamente, se effettivamente l'inadempimento c'è.

Più volte, a voce e per iscritto abbiamo chiesto al Comune, senza successo alcuno, anche perché gli stessi funzionari non sembrano dare alcun credito alla bufala delle fatture, di metterci a tavolino in contraddittorio con la controparte, con carte, ricevute, documenti e prove alla mano, per consentirci di smontare in dieci minuti questo supposto alibi della morosità.

Lo rifacciamo in questa sede: vengano i legali del Rugby Perugia o chi per loro a confrontarsi con noi in Comune o dove vogliono loro, in qualsiasi contesto, anche pubblico e aperto, per dirci che il campo lo negano perché non paghiamo le fatture e ne discutiamo.

Diremo di più: se il contenzioso dovesse permanere siamo disposti a depositare fiduciariamente presso il Sindaco un assegno circolare dell'importo vantato dal Rugby Perugia e a questi intestato, che il Sindaco stesso consegnerà al Rugby Perugia una volta vinta la causa che vorrà intentare contro di noi, evitando così il rischio e le difficoltà di recuperare un credito “a babbo morto”.

Può bastare?

Attendiamo una volta di più di venir convocati e così chiudere la penosa vicenda che, a forza di contatti inutili, rinvii e decisioni non prese, sta seminando danni ogni giorno che passa".