Il terrore di Serse Cosmi in mano ai rapinatori all'interno della propria villa a Brufa

09.04.2014 00:52 di  Redazione Perugia24.net   vedi letture
Il terrore di Serse Cosmi in mano ai rapinatori all'interno della propria villa a Brufa

Serse Cosmi testimone ieri davanti al tribunale di Perugia, nel processo a cinque albanesi accusati della rapina compiuta nella sua villa a Brufa mentre lui, la moglie e la figlia erano in casa. E rimasero in mano ai malviventi per diversi minuti. "Quando mi hanno sbattuto a terra, il capo della banda ha detto 'è lui, l'allenatore'" ha ricordato Cosmi. "Li ho rassicurati - ha aggiunto - sul fatto che gli avrei dato tutto purché non avessero fatto del male a mia figlia e a mia moglie". Testimonianza choc in tribunale, per Serse Cosmi. Il tecnico del Pescara ha raccontato ai giudici del Tribunale di Perugia, nella veste di testimone, di quando rimase in mano ai malviventi per circa un'ora insieme a moglie e figlia nella sua villa in Umbria. Il processo è a cinque albanesi accusati di avere compiuto la notte del 19 gennaio 2011 una rapina nella sua casa del capoluogo. Mentre Cosmi, la moglie e la figlia erano nella villa e rimasero in mano ai malviventi per diversi minuti. “I banditi erano cinque e con il volto coperto da mefisto e sciarpe. Rimasero dentro casa 55 minuti. Ci hanno portato via denaro, gioielli, orologi. Prima di andarsene hanno messo la refurtiva in un trolley della Louis Vuitton, l'unico oggetto ritrovato. Sarebbe stato meglio se avessi trovato tutto il resto. Mi hanno schiaffeggiato e colpito con il calcio della pistola alla nuca ma non in maniera violenta, più che altro per intimidirmi e creare un clima di terrore. Ci hanno costretto a infilarci sotto le lenzuola del letto e mentre uno ci puntava la pistola minacciandoci anche con una chiave inglese gli altri giravano per le stanze della villa". Il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini ha chiesto all'allenatore, parte civile nel processo attraverso l'avvocato Michele Nannarone, quale lingua parlavano i rapinatori. Cosmi ha spiegato: "Parlavano un italiano comprensibilissimo, ma con accento dell'est europeo. Il bandito rimasto di guardia nella camera da letto ha preso in mano il tapiro di Striscia la notizia. Ha visto una foto di qualche anno fa, quando avevo ancora i capelli, e mi ha chiesto perché non fai il trapianto?”.